Luco dei Marsi. Non c’è tregua per i bambini dell’infanzia Gianni Rodari di Luco dei Marsi. In seguito alla notizia della partenza delle vaccinazioni, che ha scatenato non poche polemiche poiché la sindaca De Rosa ha anticipato la notizia suo profilo social anziché sui canali ufficiali (ne abbiamo parlato già qui), insorge la protesta di un gruppo di mamme di alcuni bambini della scuola dell’infanzia Gianni Rodari.
E’ da premettere che la scuola dell’infanzia è in ristrutturazione da giugno 2020 e che pertanto le sei sezioni di bambini erano state trasferite metà nella palestra delle scuole elementari e medie, e metà nel locale che prima del Covid serviva come mensa agli stessi bambini.
Alcune mamme, indignate per la modalità comunicativa con il quale hanno appreso il nuovo utilizzo dei locali, ora temono che lo slittamento dei due giorni scritto nel post della sindaca su Facebook possano diventare di più e far diventare inservibile anche la già provvisoria sede della scuola dell’infanzia, come già accaduto per la sanificazione dei locali che ha fatto slittare la riapertura al 7 aprile. La scuola dell’infanzia di Luco dei Marsi, tra focolai, sanificazioni, chiusure strategiche e quarantena, è chiusa dall’11 marzo.
Le mamme ora chiedono rassicurazioni sulla riapertura, o quantomeno sapere quale sia a questo punto la nuova sede della suola dell’infanzia, poiché se non venisse trovata un’alternativa la decisione cozzerebbe contro quella del decreto legge n°44, che dispone che “dal 7 al 30 aprile 2021 sia assicurato, sull’intero territorio nazionale, lo svolgimento in presenza dei servizi educativi per l’infanzia e della scuola dell’infanzia”, un decreto che ammette deroghe solo “in casi di eccezionale e straordinaria necessità dovuta alla presenza di focolai o al rischio estremamente elevato di diffusione del virus SARS-CoV-2 o di sue varianti nella popolazione scolastica”, casistiche in cui le motivazioni di cui la sindaca De Rosa parlava nel suo post su Facebook non rientrerebbero.
Ad ogni modo nessuno finora ha dato notizie ufficiali e certe ai genitori, che ora temono che il periodo di didattica a distanza possa allungarsi ulteriormente, con tutte le gravi conseguenze legali, didattiche e comportamentali che questo porterebbe con sé.