Avezzano. E’ accusato di usura nei confronti di un cliente ed è stato condannato a due anni e sei mesi di reclusione. Si tratta di un consulente fiscale e intermediatore finanziario di Avezzano nei confronti del quale la Corte di Appello dell’Aquila, presieduta dal giudice Aldo Manfredi, ha confermato la sentenza di primo grado emessa nel 2017 in relazione al reato di usura aggravata ai danni di due fratelli avezzanesi.
E’ stata confermata quindi in secondo grado l’accusa formalizzata dal sostituto procuratore della Repubblica di Avezzano, Maurizio Maria Cerrato, che aveva coordinato le indagini svolte dai finanzieri della compagnia di Avezzano da marzo del 2010 e che portarono all’arresto in flagranza di reato di Antonio Di Renzo per aver approfittato delle condizioni di difficoltà dell’attività commerciale di uno dei due fratelli e dal rapporto professionale intrattenuto con lui. In primo grado l’imputato era stato assolto per le vicende precedenti ai fatti dell’agosto 2005 e per altre vicende di usura su cui è stata applicata la prescrizione.
I fatti risalgono agli anni 2005-2010 ove tra le parti si instaurarono rapporti non solo di amicizia ma anche commerciali, che nel tempo portarono la persona offesa ad avanzare delle iniziali richieste che trovarono accoglimento da parte dell’odierno imputato quale semplice cambio assegni, e poi nel tempo per poter essere rivisitate e corrette con l’applicazione di interessi che di certo non hanno giammai rappresentato la soglia legale, sfociando nell’illecito penale in parte dichiarato prescritto ed in parte soggetto ad assoluzione perché il fatto non sussiste seppur con la formula dubitativa.
Nella vicenda risulta essere coinvolta anche la sorella della parte offesa, costituitasi parte civile anche lei ai fini di vedersi riconosciuti i danni cagionati da parte dell’imputato e ciò in relazione alla cessione di effetti cambiari avvenuti nel periodo 2009-2010, rilasciati a garanzia del fratello, con l’applicazione di interessi chiaramente sopra la soglia legale.
I due fratelli avezzanesi erano difesi dall’avvocato Roberto Verdecchia.