Il riscaldamento a pellet inquina davvero? Ogni anno, con l’arrivo del’inverno, capita di interrogarsi sulla sostenibilità degli apparecchi a biomassa, ovvero quelli che producono energia a partire da materiali di origine organica (vegetale o anilmale). Mentre alcune grandi città italiane sono già corse ai ripari, imponendo paletti sull’utilizzo delle stufe allo sforamento delle soglie di inquinamento dell’aria, si alternano pareri e voci discordanti su quanto effettivamente i dispositivi a biomassa siano pericolosi per l’ambiente.
Su questo argomento ha le idee molto chiare Carlo Minicucci, dell’omonima nota azienda marsicana, che da anni vende stufe e legname nella sede di Magliano dei Marsi. Il suo è un parere di parte, ovvio, ma gli argomenti che ci ha raccontato meritano una riflessione.
Allora Carlo, queste benedette stufe a pellet sono davvero così inquinanti?
“La questione è abbastanza complessa“, ci dice, “perché se è vero che un uso scorretto di legna e pellet può avere un effetto negativo sulla qualità dell’aria che respiriamo, va però fatta assolutamente chiarezza. Innanzi tutto non bisogna dimenticare che legna e pellet sono fonti di energia rinnovabili, cioè disponibili in natura e a impatto zero dal punto di vista delle emissioni di CO2 (quello che emettono con la combustione, è pari a quello che hanno assorbito in natura mentre erano ancora alberi ed arbusti – ndr). E, quindi, se è vero che possono generare emissioni di polveri sottili e altri residui di combustione più alte rispetto al gas, la valutazione andrebbe fatta nel complesso, tenendo conto di quanto pesa per la nostra società e per il pianeta tutto il ciclo di produzione e consumo dell’energia.
Ma la cosa che mi preme davvero sottolineare è che ad essere inquinanti sono solo le stufe ed i camini con tecnologia più vecchia e ormai obsoleta. Quelli di nuova generazione, infatti, hanno emissioni ridottissime (fino all’80% in meno) e rendimenti talmente alti da accedere agli incentivi per l’Ecobonus (GSE) ed il risparmio energetico, alla pari delle più moderne caldaie a condensazione”.
Ma come facciamo a capire quanto inquina una stufa?
“Basta guardare quante stelle ha l’apparecchio. Aria Pulita, infatti, è un sistema che, assegnando un punteggio di valutazione da due a cinque stelle, ci permette di capire l’impatto del dispositivo sull’ambiente. Più stelle ha la caldaia, meno inquina. Ad esempio, noi lavoriamo con stufe della nota azienda Pasqualicchio, che sono a cinque stelle e in classe energetica A++, con prestazioni altissime: in pratica, non solo ci si scalda risparmiando sul combustibile, ma le emissioni sono talmente basse da non subire mai blocchi di alcun genere. E, grazie a queste prestazioni, in più accedono ai contributi GSE fino a 25.000 euro“.
Oltre alla scelta dell’apparecchio, esiste una serie di buone pratiche da seguire che possono diminuire l’impatto del riscaldamento a pellet sull’ambiente?
“Sicuramente mi vengono in mente almeno un paio di punti. Il primo, scegliere un combustibile di alta qualità e di provenienza certificata. E poi assicurarsi una corretta manutenzione e pulizia del generatore, nei giusti periodi dell’anno e tramite personale tecnico abilitato“.