Avezzano. I consiglieri comunali di minoranza Gianfranco Gallese e Cristian Carpineta della coalizione Di Pangrazio e Francesco Eligi di M5S, hanno manifestato tutto il loro disappunto per il modo sbrigativo e inconcludente con cui si è svolta l’ultima seduta del consiglio comunale di Avezzano, che aveva come oggetto la discussione di importanti interrogazioni e interpellanze.I tre consiglieri, si riferiscono, specificatamente, al punto riguardante la nomina a presidente dell’Urban Center Rocco Di Micco, al posto di Domenico Barbati, nominato in precedenza dal sindaco Gabriele De Angelis, di cui erano state evidenziate pubblicamente capacità e requisiti di alto livello professionale e sociale, con esperienza nell’associazionismo no-profit e nel volontariato.
Nell’interrogazione si chiedeva, appunto, quali fossero state le motivazioni che avevano indotto il sindaco a sostituire Barbati, la cui nomina aveva ottenuto unanimi consensi, con Di Micco, esponente dell’Udc locale e per poco tempo anche assessore comunale, dimessosi per opportunità politica. Presidente dell’Urban Center deve essere una figura apolitica, super partes e di alto profilo professionale, senza percepire alcun compenso e proprio per questo era stato individuato Barbati. Alla seduta del consiglio comunale erano assenti il sindaco De Angelis, a cui era rivolta direttamente l’interrogazione; il vice sindaco Lino Cipolloni (arrivato in ritardo) e tutto il gruppo consiliare dell’Udc, partito di appartenenza di Di Micco. L’assessore Leonardo Casciere, presente in aula, ha riferito agli interroganti che la nomina del presidente dell’Urban Center è prettamente fiduciaria, ma ha anche garantito che il ruolo in questione non darà diritto ad alcun compenso, se non a titolo di rimborso spese, previa sempre idonea dimostrazione delle stesse.
E’ l’assenza del sindaco De Angelis che va stigmatizzata perchè era lui a dover chiarire con quali linee guida questa amministrazione assegna incarichi in maniera unilaterale, senza la valutazione di un curriculum professionale. Ciò è un esempio lampante di mancanza di democrazia partecipata e di trasparenza amministrativa. Questa è la filosofia politica che persegue questa amministrazione? E che dire dell’uscita inopportuna della Francesconi sul compenso di 15 mila euro l’anno alla Mazzocchi? Come se fosse una scatola di Pavesini. I tre consiglieri di minoranza ribadiscono di non avercela con Di Micco e la Mazzocchi, ma si tratta di capire con quali criteri questa amministrazione assegna gli incarichi fiduciari a consiglieri e assessori e perchè non vengono svolti a titolo gratuito come avvenuto in passato.