Avezzano. “In città abbiamo urgente bisogno di investimenti concreti per migliorare la precaria condizione degli universitari iscritti a corsi di laurea con sede ad Avezzano”. Questo il commento di Felice Marinucci, dirigente di azione universitaria, che ha valutato la situazione della sede distaccata della facoltà di Giurisprudenza alla luce delle segnalazioni dei colleghi. “Non possiamo nasconderci, del resto, che negli anni scorsi c’è stata una sensibile decrescita del numero degli iscritti”, ha continuato, “la causa principale è stata la mancanza di strutture idonee, che hanno inevitabilmente ridimensionato il polo di Giurisprudenza e i corsi di laurea sanitari, che fino a qualche tempo fa rappresentavano un fiore all’occhiello della città, in grado di attrarre iscritti provenienti anche da fuori regione, mentre oggi assistiamo al calo degli iscritti e a continui trasferimenti in altre sedi e città. Una maggiore, più continuativa e proficua, collaborazione tra amministrazione e ateneo aiuterebbe a lavorare tutti insieme per il benessere della città, dell’ateneo e soprattutto degli studenti. Se così non sarà, il rischio concreto è che tra qualche anno della presenza dell’Università nel nostro territorio non resterà che il vago ricordo di un’opportunità persa. Dal mio punto di vista, in qualità di dirigente di Azione Universitaria e studente universitario, ho troppo a cuore la mia città per accettare una sconfitta del genere. La Marsica e Avezzano, suo capoluogo, sono crocevia di molti territori limitrofi che ci guardano come punto di riferimento. Nella mia visione di “città universitaria” credo che la soluzione migliore sarebbe quella di creare un polo unico dei corsi di studio presenti in città nel quale concentrare tutti i servizi per gli studenti. Solo in questo modo sarà possibile invogliare gli atenei ad investire su Avezzano e incrementare le iscrizioni nei nostri corsi. Ad oggi, invece, si evidenziano forti criticità nella gestione degli spazi riservati, se non la totale assenza di aule studio efficienti. Basti citare la biblioteca, che presenta orari limitati durante la giornata quando invece si potrebbe pensare anche ad un’apertura serale come fanno in altre realtà. L’intera struttura andrebbe riqualificata per renderla veramente adatta allo studio. Valorizzando questi beni preziosi e mettendo a disposizione degli studenti le eccellenze cittadine, non soltanto potremmo arrestare la fuga degli studenti (e dell’università), ma dare vita a una città universitaria competitiva con le altre realtà abruzzesi e non solo.