San Benedetto dei Marsi. “Il Segreto della Maddalena” è il titolo del libro presentato ieri pomeriggio nella sala consiliare del locale palazzo municipale, in collaborazione con l’amministrazione comunale sambenedettese, il Caffè letterario marruviano e l’agenzia letteraria avezzanese Ponte di Carta. Erano presenti: il sindaco Quirino D’Orazio; la vicesindaco Maria Di Genova; il presidente del consiglio comunale, Francesco Raglione (moderatore dell’evento culturale); l’ex presidente del Consorzio di bonifica, Francesco Sciarretta; il giornalista e scrittore, Roberto Alfatti Appetiti; la scrittrice Roberta Di Pascasio; per la casa editrice Valletta edizioni, Claudia Valletta; l’autore del romanzo, Berardo Silvestri. “Il Segreto della Maddalena” è un romanzo storico, ambientato nella prima metà del XII secolo (in particolare nell’arco temporale che va dal 1106 al 1123), vincitore della seconda edizione del concorso letterario nazionale “Racconti-amo”. In esso si intrecciano storia, tradizione, leggenda e fantasia. Un romanzo da leggere tutto di un fiato, che si articola in una breve introduzione, seguita da dieci capitoli, per un totale di 142 fogli dattiloscritti, per complessive 43.500 parole circa. Le vicende narrate, in parte reali e in parte frutto della fantasia dell’autore, si inseriscono in un quadro generale caratterizzato da due grandi questioni: le lotte fra il papato e l’impero e le contrapposizioni interne alla Chiesa fra l’ala tradizionalista e quella secolarizzata (raccolte rispettivamente intorno al monachesimo e a gran parte del clero diocesano). Sullo sfondo il clima sociale dell’epoca, permeato dalla grande euforia seguita al successo della prima crociata del 1099 (che aveva portato alla liberazione di Gerusalemme e della Terra Santa) e sulla scia della quale stavano nascendo in tutta l’Europa diversi Ordini religiosi, in particolare quello dei Templari. L’autore Berardo Silvestri ha spiegato: “L’avventura che poi è sfociata nella scrittura di questo romanzo è nata dalla necessità iniziale di approfondire le mie conoscenze su un periodo storico riguardante la nostra comunità, che per larghi tratti è stato dai più poco studiato se non addirittura ignorato o dimenticato: la prima metà del XII secolo. In particolare, mi ha incuriosito la figura di Berardo dei Conti dei Marsi (futuro San Berardo), che è stato vescovo della nostra diocesi per oltre vent’anni, diventandone l’emblema, a distanza di quasi novecento anni dalla sua morte. Partendo da qui la mia innata curiosità mi ha portato ad analizzare non solo la sua opera pastorale, ma anche la sua vita giornaliera: gli anni dell’adolescenza, della giovinezza e della maturità; il contesto sociale e politico del tempo in cui egli si è trovato a operare; gli amici che aveva, ma anche gli immancabili avversari che con la sua opera rinnovatrice si era fatto. Le nozioni e le informazioni accumulate nel corso degli anni si erano stratificate nella mia mente in modo disordinato e confuso, come pezzi di un puzzle. Con pazienza esso andava ricomposto e montato. Tre anni, tanto è durata questa minuziosa opera di costruzione. Intervallata, a dire il vero, da lunghi periodi di inattività. Nel corso di questo periodo mi ha fatto compagnia, però, una strana sensazione. Era come se il romanzo che stavo scrivendo non fosse in realtà una mia invenzione, ma una scoperta: mi sembrava che fosse già scritto e che tramite me volesse solo emergere allo scoperto. Del resto io non sono uno storico, quindi con quale autorevolezza avrei potuto pubblicare un saggio riferito a quel periodo? Il rischio di apparire poco credibile, se non addirittura completamente inaffidabile, era concreto. Considerata la mia passione per l’esoterismo e per le dietrologie, non restava che una sola strada: scrivere un romanzo storico, che spero verrà apprezzato dal pubblico che lo leggerà”, ha concluso l’ex vicepresidente dell’Arssa, Silvestri.