Tagliacozzo. Una mattinata all’insegna dell’informazione pedagogica su quelli che sono i mali dei nuovi sistemi di comunicazione. “Una vita da social” è il progetto socio-pedagogico realizzato dall’organo delle Polizia di Stato in tutta Italia per comunicare con le scuole sulle corrette modalità d’uso del web e soprattutto dei social, a cui sono particolarmente sensibili i giovani. In questa terza edizione del progetto, in Abruzzo, sono state scelte tre tappe: L’Aquila, Pescara e Tagliacozzo, dove questa mattina 220 studenti dell’Itet sono accorsi in piazza Duca degli Abruzzi, sul Truck di 18 metri della Polizia per assistere a video e alle spiegazioni fornite dagli agenti sull’argomento. Internet ha rivoluzionato il sistema mondiale della comunicazione, ma purtroppo oltre a fornire numerosi vantaggi, cela differenti forme di criminalità. Il messaggio del progetto è quindi quello di una prevenzione contro queste forme illecite come il “cyber bullismo”, l’adescamento in rete, i browser che consentono l’anonimato. Fuori dal Truck, abbiamo avuto la possibilità di parlare con gli agenti organizzatori del progetto, ai quali abbiamo chiesto varie informazioni sulla pedornografia, la trappole e le legislazioni sui social e soprattutto sul sistema web di criminalità per eccellenza, come il browser Tor, conosciuto come l’ “altro internet”, o meglio il darknet.
LA BATTAGLIA CONTRO LA PEDOPORNOGRAFIA. “L’obiettivo principale delle tappe del truck sul territorio nazionale”, spiega la dottoressa Elisabetta Narciso, dirigente del compartimento della Polizia Postale cdi Pescara, “è sicuramente quello di far riflettere giovani, insegnanti e anche i genitori su quelli che possono essere i pericoli di Internet”, afferma, “siamo già alla terza edizione del “tour socio-pedagogico” e ci rendiamo conto che il pubblico giovanile è molto sensibile sull’argomento, ponendo anche questioni interessanti come la criptazione.” Spiega la dirigente, “Il diritto di internet non è circoscritto. Su facebook ad esempio, bisogna far fede alla sede principale negli Usa, dove il sistema di leggi è molto diverso dal nostro. Per quanto riguarda la pedopornografia, la Polizia Postale partecipa a diversi tavoli dove sono presenti degli organismi internazionali che hanno sottoscritto delle vere e proprie convenzioni accordi grazie ai quali si riescono a velocizzare le pratiche delle derogatorie internazionali: questo perché si tratta di minori a rischio e il compito principale è la tutela del minore”. Conclude, “Su questo sono tutti d’accordo, a partire dalla Commissione Europea, sino ad Organismi che sono al di là dell’Europa. In particolare, in Italia, il centro CNCPO (Centro Nazionale Contrasto alla Pedopornagrafia Online) che ha sede presso la Polizia Postale a Roma, ha elaborato una “blacklist” dei siti dove vengono diffuse immagini di minori abusati: questa black list viene costantemente aggiornata e inviata ai provider nazionali in modo non da avere l’oscuramento delle immagini che comporterebbe una lungo iter di derogatorie internazionali, ma da consentire l’inibizione all’accesso e alla visione di materiale pedopornografico sul territorio nazionale.
IL NUOVO NEMICO: L’ALTRO INTERNET O DARKNET: “Siamo di fronte ad uno spazio di pura delinquenza e criminalità”, spiega GianMauro Placido, ingegnere e direttore tecnico “Tor nasce come rete anonima, ovvero tutte le informazioni, anche quelle basilari come l’indirizzo IP e quindi le sessioni, subiscono un meccanismo di codifica, per cui tutto ciò che avviene nel “darknet” avviene con un meccanismo di anonimato”, continua l’ingegnere “Tor è solo uno dei sistemi, il più importante, ma ce ne sono anche altri. In tutte queste reti, dove ci si vuole nascondere di proposito, c’è la proliferazione dell’illecito ed è vivamente consigliato di non entrare”. Afferma, “Purtroppo, l’ingresso è facilissimo: basta scaricare il browser da Google e si entra nella sua navigazione. Sono varie le modalità di accesso come nodo di ingresso, come nodo di transito, ma la cosa più pericolosa è il nodo di uscita: nel momento della connessione, Tor diventa come un rubinetto che si apre da cui fuoriesce tutto l’illecito: nei computer dei giovani che utilizzano questo sistema, ci si possono riversare tutti gli elementi del browser. Non solo, con Tor si può entrare a visualizzare siti dove c’è l’acquisto di armi, di stupefacenti, diffusioni di materiale pedopornografico o addirittura commissioni per omicidio, proprio perché la rete consente l’anonimato”, conclude il direttore tecnico, “Internet è un po’ come un iceberg: nella parte in superficie, visibile a tutti, c’è anche l’illecito, ma è possibile adottare le giuste precauzioni per evitare, mentre il Darknet è la parte inferiore dell’iceberg dove c’è solo l’illecito. Il livello di codifica di Tor purtroppo è perfetto, per cui è vivamente consigliato evitare l’accesso a tutti i giovani.”
LE TRAPPOLE DEI SOCIAL “Internet è uno strumento che inganna facilmente”, così dichiara il sostituto commissario Attilio Santella, responsabile della Sezione Provinciale Polizia Postale di L’Aquila, “i social forniscono un’altra percezione della realtà alla quale spesso ci si lascia andare alla foga degli istinti, non avendo vicino il destinatario cui rivolgere messaggi, che diventa una vittima virtuale. È proprio in queste circostanze che nasce il “Cyberbullismo” e soprattutto si sviluppano varie forme di adescamento, nelle quali spesso le vittime sono giovani ragazze. Su queste tematiche è stato necessario sviluppare questo progetto sulla legalità, proprio per prevenire questi mali e combatterli. anche numerosi altre forme di cattiva comunicazione sulle quali è necessario riflettere”.
“Il progetto ha richiamato una particolare attenzione del corpo studentesco” commenta Antonio Ornello, commissario straordinario dell’Istituto Onnicomprensivo “A. Argoli”. “Nell’interesse mio e soprattutto della scuola cerco sempre una maggiore partecipazione da parte dei genitori, in quanto con la legge 107/2015 viene istituito un comitato di valutazione delle istituti scolastici. Il disegno fa parte di un piano triennale che entrerà in piena efficacia a partire dal 2017”, conclude, “oggi più che mai auspico una massima partecipazione dei genitori, per realizzare questo patto educativo di corresponsabilità per assicurare una scuola migliore, come appunto deciso dallo stesso ministero dell’istruzione. Quanto alla mia carica, che non è assolutamente retribuita, cercherò di realizzare in pieno questo progetto con l’opportunità di comporre il comitati di valutazione dell’istituto, anche se spesso sono visti come un’invadenza da parte dei dirigenti scolastici”.
Raffaele Castiglione Morelli