Avezzano. L’ospedale di Avezzano si distingue ancora una volta per l’eccellenza delle cure e per il valore umano del suo personale, raccontati con sentita gratitudine da S.R, figlia della paziente A.D.B. In una lettera inviata alle autorità sanitarie, S.R descrive l’esperienza vissuta durante i 20 giorni di ricovero di sua madre, sottolineando l’intervento tempestivo, la competenza e la dedizione di ogni membro dello staff, che hanno garantito non solo il pieno recupero fisico, ma anche un supporto emotivo straordinario.
Di seguito riportiamo integralmente la lettera della signora S.R, in cui emergono la profonda umanità e l’alto livello di professionalità dell’équipe ospedaliera, a dimostrazione di un impegno quotidiano che fa della sanità pubblica un servizio di eccellenza.
“Gentile Presidente,
Gentile Assessore alla Salute, Famiglia e Pari Opportunità,
È con piacere che Vi scrivo per segnalarVi una positiva e recente esperienza vissuta all’Ospedale di Avezzano.
Il 23 giugno u.s., improvvisamente, ci siamo trovati ad affrontare una situazione imprevista e complessa. Abbiamo portato al pronto soccorso di Avezzano mia madre, A.D.B, per un malessere generale accompagnato da febbre. La situazione è apparsa fin da subito seria, shock settico con polmonite bilaterale, infezione delle vie urinarie con interessamento dei reni (pielonefrite) e scompenso cardiaco.
Siamo entrate in PS intorno alle 17 di domenica 23 giugno e già alle ore 21 mia madre aveva iniziato una terapia con un antibiotico ad ampio spettro ed allo stesso tempo il quadro ci è stato rappresentato in tutta la sua complessità. Ho avuto modo di vederla, di entrare in PS per il tempo necessario a verificare le immediate necessità personali ed ho trovato medici e personale che, nonostante l’afflusso continuo che contraddistingue l’attività del pronto soccorso, si è sempre dimostrato gentile, disponibile, paziente e adeguato al ruolo rivestito.
Mamma è stata trasferita nel reparto UOC di Medicina interna nella notte tra il lunedì ed il martedì successivi.
Questo reparto, diretto in modo eccellente dalla Dott.ssa Maria Cristina Serafini, ha dimostrato, in tutte le sue articolazioni, competenza, professionalità, prontezza. Emerge un raro senso del dovere anche nel rinvenire soluzioni rapide in situazioni difficili (come spesso capitano in questi ambienti), gestite sempre con padronanza, discrezione ed estrema professionalità. Il tutto contraddistinto da umiltà, disponibilità ed una attenzione non comune verso i malati.
Vista la delicatezza della situazione mi è stato concesso un permesso per restare accanto a mia madre, compatibilmente con le esigenze organizzative del reparto e con tutte le dovute attenzioni, ed ho avuto quindi modo nella lunga degenza durata circa 20 giorni di “vivere” molte ore all’interno. E’ stato sorprendente constatare quanto la politica del reparto sia quella, senza mai tralasciare altri aspetti, di mettere in primo piano le esigenze del malato. Esigenze, oggettivamente a volte non di facile gestione poiché l’impatto con la malattia tende a destrutturare chiunque, anche le persone più forti, che si ritrovano improvvisamente in uno stato di fragilità. Ci si sente persi, confusi, disorientati e a volte soli.
La cura è vissuta come una sfida accettata con passione, oltre che ovviamente come un dovere da parte del personale ospedaliero. Almeno così noi l’abbiamo percepita. Il malato è reso partecipe e pienamente consapevole del percorso che dovrà intraprendere, dei passaggi necessari, dei miglioramenti ottenuti, dei piccoli eventuali ostacoli, degli aggiustamenti, fino (nel nostro caso) alla guarigione. E ad essa si arriva coinvolgendo la persona fino al punto in cui è il malato stesso in grado di riconoscere che il compito del medico si è esaurito e che è ora di tornare a casa.
A questo traguardo si arriva insieme, malato, medici, infermieri e OSS e, posso assicurarVi, che è una grande vittoria per tutti. Per chi dispensa la cura e vince la sfida ma anche per chi la riceve e non solo per la guarigione raggiunta; si torna a casa, oltre che con un gran bel risultato, con un bagaglio umano che non ha pari, fatto di emozioni, di coraggio, di fiducia e di crescita.
L’equipe composta dai Dirigenti medici Dr.ssa Paola Cheli, Dr. Fabrizio Di Biase, Dr. Stefano Abballe, Dr.ssa Marianna Celeste, Dr. Jacopo Cipollone, Dott.ssa Martini Cecilia, guidati in maniera esemplare dalla Dott.ssa Maria Cristina Serafini; dalla coordinatrice del personale infermieristico, Dr.ssa Elena Negri e da tutto il personale infermieristico e dagli OOSS, credo davvero, ed in tutta onestà, che possa essere definita un’eccellenza.
Una squadra coesa, sempre in sinergia per raggiungere un obiettivo comune e sempre presente in reparto con il sorriso, anche nelle ore più tarde e nelle situazioni più complesse. Personalmente, nei 20 giorni di degenza di mia madre, rare sono state le volte in cui abbiamo chiesto un colloquio con i dirigenti medici perchè, oggettivamente, non ne abbiamo sentito la necessità; mia madre era parte attiva della visita mattutina, quindi informata sulla terapia in corso, sugli sviluppi, sui risultati raggiunti e attesi, sulla programmazione delle tappe successive. E, pur nella naturale preoccupazione legata all’evento, abbiamo vissuto sempre una condizione di totale tranquillità e di piena fiducia nell’operato della struttura e di tutto il personale.
E’ stata dimessa il 12 luglio e posso assicurarVi che l’emozione, per tutti, è stata forte.
Vi scrivo questa breve mail perché ne sento il dovere, da cittadina. Siamo un popolo abituato alla lamentela, a rivendicare diritti e battere i pugni senza mai soffermarci realmente su cosa avremmo, invece, il dovere di fare per contribuire alla cosa pubblica mantenendone vivo ed attuale il suo significato più profondo. Basterebbero davvero piccoli gesti da parte di ciascuno, anche solo iniziare ad apprezzare il lavoro degli altri svolto con abnegazione soprattutto in settori delicatissimi come quello della Sanità e riconoscere di avere di fronte delle persone straordinarie che, oltre a riportarci alla vita, infondono fiducia nello Stato semplicemente con il loro esempio.
Con i più cordiali saluti
S.R “