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Una statua per Taccone: “A Vito, Camoscio d’Abruzzo. Quale vetta fu più ambita”

Redazione Cronaca di Redazione Cronaca
13 Ottobre 2012
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Avezzano. Con una statua sul monte salviano la città ricorda il Camoscio d’Abruzzo. La giornata di eventi che si è conclusa con l’intitolazione del monumento, è iniziata con una conferenza in onore del campione di ciclismo avezzanese, Vito Taccone. E’ stata una manifestazione contornata di aneddoti di rappresentanti politici dello sport e amici di Taccone, e poi c’è stata la proiezione di un cine-documento sulla vita del ciclista marsicano. A presentare Luca Di Nicola, apre la conferenza presentando gli ospiti. Il Sindaco Giovanni Di Pangrazio, l’Assessore alla cultura Eliseo Palmieri, il giornalista e scrittore Sergio Zavoli, i cronisti-radiotelevisivi Giorgio Martino e Sergio Neri e l’ex assessore comunale Luca Dominici, che avviò il progetto.Doveva essere presente anche il Presidente Antonio Del Corvo, ma, per motivi istituzionali, sostituito dall’assessore Armando Floris. Come dice Di Nicola, Vito c’è e “ci saluta dalla platea”. Giovanni Di Pangrazio,entusiasta della cosa, tiene a sottolineare e a dare il suo valore a questa giornata, memorabile per la Marsica in generale. Presenti anche il Professor Bruno Morelli e il vero e proprio padrone di casa, Cristiano Taccone, figlio del ciclista scomparso nel 2007. Un rigoroso saluto e ringraziamento va al Senato della Repubblica che ha contribuito ai fondi della statua destinata al Salviano. Il primo cittadino marsicano saluta il Monsignor Santoro e le autorità presenti. “Un saluto speciale va a Luca Dominici, al figlio Cristiano e il ringraziamento più grande va all’opera del maestro Morelli, composta in tempi veramente celeri. “La giunta, sin dall’inizio, è stata favorevole a seguire il progetto”, afferma Di Pangrazio, “si parla di un periodo in cui lo sport si faceva con la forza dei propri muscoli. Vito veniva dalla Marsica, aveva un senso di dignità e serietà, e metteva il cuore in quello che faceva. Ci dev’essere serità e maturità in tutto ciò che si fa e si vuole ottenere”. Riferimento alle ultima manifestazioni attivate dai ragazzi dello Scientifico, degne,secondo il Sindaco, di profonda serietà. Sensibilità della giunta comunale, questo un po’ il clima che si respira al De Marsi. In platea presente anche il Consigliere Regionale Daniela Stati. Ciò che preme sottolineare è che c’è stata grande volontà e desiderio da parte di tutti di costruire la statua, che ora è finalmente al Salviano. L’Ex Assessore alla Cultura Luca Dominici, ribadisce il discorso fatto dal Sindaco. “E’ giusto ce la città dia il giusto onore e riconoscimento alle persone meritevoli, in questo caso, la figura di Taccone”. “Io ho lavorato tanto, all’estero e in giro per l’Italia, e forse solo all’età di 25-30 anni ho cominciato a conoscere Taccone. A ogni tappa, mio padre era davanti la tv in silenzio, pronto ad esultare. Ho voluto fortemente esaltare la figura di Taccone”. E così ringrazia la Dott.ssa Ottavi, Il Dott. Lorenzo De Cesare, che gli ha garantito fondi immediati per la realizzazione del progetto, e l’ex giunta comunale Floris. “Ho passato il testimone a Di Pangrazio, il quale mi ha lasciato libera scelta e soprattutto mi ha dato l’opportunità di continuare in prima persona il lavoro.” Agonistico rispetto dunque, poiché “quando c’è la città di mezzo non ci sono bandiere o colori politici che tengano”. Luca Di Nicola ci tiene a salutare la signora Fausta, il grande campione “Killer di Spoltore” Danilo de Luca e tutti gli amici di Vito giunti a celebrarlo. Prende la parola Armando Floris : “è bello e doveroso oggi che l’amministrazione provinciale e l’istituzione vadano a braccetto”. C’è la necessità di far vedere visivamente che la città cammina anche sulle gambe dell’uomo. Secondo Floris, c’è oggigiorno un concetto diffuso ma sbagliato: chi raggiunge successo nella vita o nello sport lo fa solo per il successo personale e la fortuna. “Ci sono tante salite da affrontare nella vita, questo è un simbolo positivo.” Con orgoglio e passione, e soprattutto con un sentimento di collaborazione tra i vari enti. Come si suol dire, il famoso “passaggio della fiaccola”. Bruno Morelli, professore, decanta una poesia in onore di Vito Taccone. Avezzano è una città che porta nel cuore, e ha lasciato una sua interpretazione della statua: Vito Taccone, nudo e scalzo, verso la meta del Salviano, si spoglia della vita terrena e corre verso il cielo. Sale sul palco, per accompagnarlo nella lettura della poesia.dipinto di Taccone, il grande artista e musicista Massimiliano De Foglio. “A Vito, Il Camoscio D’Abruzzo, quale vetta fu più ambita”. Parole piene di emozione e quasi rotte dal pianto. Prende la parola Sergio Neri, romagnolo verace, inviato speciale di esperimenti agonistici e più tecnici. Di Vito Taccone, predilige l’uomo che nasconde lo sportivo. Descirve il ciclista come il campione mescolato con l’uomo , campione proprio per la capacità di trarre fortuna dalla vita, dalle risorse,dalle virtù. D’altronde, Vito arrivava da una famiglia povera,tanto da parlare di “Fiore della Povertà”. Ma in lui erano presenti valori preziosi, che lo rendevano un grand’uomo. “Per me Vito è vivo- afferma Neri- non riesco a pensare di stare su questo palco senza di lui. per me lui è qui, tra di voi, in platea”. E ricorda così le vittorie del campione, ricorda l’anno 1963, le sue quattro tappe vinte una dietro l’altra e rievoca la famosa “cavalcata dei monti pallidi”, quinta tappa vinta da Taccone con un furore e una fuga straordinaria. Ricorda i viaggi fatti con lui, e la sua capacità di comunicare fin da piccolo. Fa riferimento alle piccole cose quotidiane condivise con Taccone, da Potenza, primo giro d’Italia, alle innumerevoli corse. C’è il “fatto sportivo contro il fatto umano”. Ricorda che una volta il ciclista, arrivato alla cabina telefonica dell’albergo, grida al telefono alla mamma: “mamma,tranquilla,quella cambiale è già pagata”. Era questo vito, un mix perfetto di serietà,coraggio,amore e forza. Purtroppo assente alla conferenza Sergio Zavoli, prende la parola Giorgio Martino, che, a sua detta, ha “40 anni di aneddoti”. Il famoso giornalista sportivo della Rai, fa un excursus generale della sua vita giornalistica. Appassionato di ciclismo, aveva come istruttore di guida un abruzzese. Fortuna ha voluto che fu assegnato al “Processo alla Tappa” nell’ultima edizione di Sergio Zavoli. Qui conosce il ciclista, ma l’amicizia con lui nacque dopo. Breve intervento di Monsignor Pietro Santoro, che confessa pubblicamente di aver “mentito” e di essere stato sempre un suo tifoso. Amore,lotta,sacrificio e passione. Questo è Vito Taccone. Prende la parola il padrone di casa Cristiano Taccone, figlio di Vito, che ricorda gli amici del padre. I corridori Franchini,Ricciarini, Paolini,Franco Bidossi. Rabbottini e Gigi Sgarbozza. Consegna una targa di ringraziamento al Sindaco Di Pangrazio e una a Luca Dominici. “L’Abruzzo ha la statua del suo camoscio e lo deve soprattutto a te”. Dopo i ringraziamenti del Presidente dell’Associazione ciclistica italiana Di Rocco, che “si sente abruzzese più che mai”, va in onda, tra la commozione e la felicità del pubblico del De Marsi, il docu-film Vito Taccone. Giulia Antenucci
Foto Antonio Marano e Antonio Conte

 

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