Trasacco. Sarà eseguita una perizia medico legale per stabilire se l’intenzione era quella di uccidere. È stata accolta, su richiesta dalla difesa, dal gip del tribunale di Avezzano, per l’accoltellamento, avvenuto all’interno della basilica dei Santi Cesidio e Rufino, del parroco di Trasacco, don Francesco Grassi, 56 anni. Sotto accusa Luigi Cellini, 77anni, pensionato del posto, che deve rispondere dell’accusa di tentato omicidio.
Per l’anziano, arrestato e finito ai domiciliari, la difesa, rappresentata dall’avvocato Antonio Milo, ha chiesto e ottenuto il rito abbreviato condizionato all’esecuzione di una perizia medico-legale. Lo scopo della difesa è quella di dimostrare che non c’era volontà di uccidere nel comportamento dell’accusato. Il perito dovrà tenere conto delle lesioni e della loro entità. Il prete era finito in ospedale a causa di diverse ferite tra cui una al collo. L’udienza è stata fissata al 9 settembre prossimo.
Il pensionato, tramite il suo legale, ha più volte fatto sapere che ha un fervente desiderio di chiedere perdono di persona al prete. Chiaramente ancora non è stato possibile. Il sacerdote, durante l’aggressione, era riuscito a uscire fuori e a chiedere aiuto ai carabinieri. Dopo l’episodio aveva già perdonato il suo aggressore. “Ci eravamo già incontrati, lo avevo ricevuto due volte in chiesa”, aveva raccontato il sacerdote, “ma non avrei mai pensato a una possibile aggressione. Gli voglio bene, come gli ho detto, e spero che Dio gli dia la forza di guarire presto. Per lui ho solo due parole: misericordia e perdono”.
Alla base dell’aggressione ci sarebbe la mancata elezione di Cellini nella confraternita della Madonna di Candelecchia. Il pensionato, che per anni ha lavorato negli ex Mercati generali di Roma, è molto devoto e affezionato al luogo di culto. Cellini ha probabilmente ipotizzato che la sua mancata rielezione fosse stata influenzata da una mancata buona parola del parroco nei suoi confronti. Cellini, dopo l’aggressione, era tornato a casa e aveva atteso che i carabinieri andassero a prenderlo. Il parroco aveva fatto subito il suo nome e i militari nel giro di pochi minuti lo avevano fermato e arrestato. L’arma ritrovata, un coltello da cucina, era quella utilizzata per colpire don Francesco. Il 77enne è accusato di tentato omicidio e il fascicolo è in mano al procuratore Maurizio Maria Cerrato. Finora viene contestata anche la premeditazione, visto che l’anziano si è portato dietro un coltello. La perizia potrebbe cambiare lo scenario dell’iter giudiziario.