Avezzano. Quando la mamma è uscita di casa ha stretto la mano di suo figlio Biagio, il fratello di Marco, ha indicato l’auto che si allontanava con il figlio e ha detto: “Come sognava lui, sognava che correva”. Ad aspettare Marco Solimeo, 38 anni, morto ieri mattina dopo una lunga malattia, davanti alla chiesa di San Giovanni, c’era don Franco Tallarico, con di fianco padre Carmine Di Bernardo, il sacerdote che Solimeo raccontava nei suoi libri averlo guidato nel suo percorso di conversione alla fede.
Tante le persone intervenute nella piazza antistante la chiesa, dove il funerale si è svolto all’aperto. Oggi, proprio alla stessa ora della cerimonia, alle 17, si sarebbe dovuta svolgere la presentazione del suo secondo libro: “Il Vangelo di Marco, secondo me”. Tanti gli amici che si sono stretti intorno al dolore composto della mamma Rita e del fratello Biagio e degli altri parenti. Don Franco ha letto alcuni passaggi del libro, dall’inizio. “Avremmo voluto vivere questo momento di lettura diversamente”, ha detto il parroco di San Giovanni, “ma io credo che Marco voglia in qualche modo comunicare quello che aveva da dire, dando alle stampe il suo secondo libro: Il Vangelo di Marco, secondo me. Il libro inizia con il commentare il Vangelo secondo Marco mettendolo in relazione con la sua vita. Inizia con il battesimo al Giordano. Poi passa alla predicazione che Gesù ha fatto dove Marco scrive che può paragonare quel passo a quella piccola fiammela della fede che ha sempre avuto dentro, anche quando si definiva lontano dalla chiesa. Quando ‘ero arrabbiato con il Signore. Ma c’è stata sempre la fede dentro di me. Non avevo accettato solo accettato il Signore come artefice della mia storia”. Marco parla di conversione e dice che poi ha cominciato ad assaggiare un paradiso che ‘spero che vivrò appieno quando incontrerò il Signore'”.
Alla fine della celebrazione don Carmine ha letto una preghiera di don Benedetto Usai, sacerdote importante per la conversione di Marco mentre il ricordo del 38enne scomparso premurosamente è stato affidato a Danilo, coetaneo di Avezzano che ogni domenica gli portava la comunione.