Avezzano. Un tempio crematorio a Tagliacozzo a servizio di un vasto territorio, non solo regionale. E’ quanto previsto da un project financing presentato al Comune di Tagliacozzo da una società di Vogogna, della provincia di Verbano-Cusio-Ossola, che ha inoltrato una proposta per ottenere la concessione della struttura da realizzare, come prevede la legge, nei pressi del cimitero. A titolo di cauzione, la società del Nord Italia ha versato una cauzione di 72mila euro. Si tratta della somma corrispondente al 2 per cento dell’importo necessario per realizzare l’opera, e cioè 3 milioni e 600mila euro.
Il progetto è della Tcv srl che ha chiesto al Comune marsicano di accogliere la proposta di project financing relativa alla realizzazione, alla concessione e alla gestione del “Tempio crematorio”. Il Comune ha determinato di incassare due assegni circolari di 50mila e 22mila euro. Secondo la determina numero 660 del 3 luglio, nel caso in cui la ditta risultasse aggiudicataria della procedura di gara relativa al project financing, la garanzia sarà svincolata automaticamente al momento della sottoscrizione del contratto. Nel caso invece in cui la ditta non risultasse aggiudicataria della gara, il Comune provvederà allo svincolo della garanzia entro 30 giorni dall’aggiudicazione.
Non andò in porto a Oricola lo stesso progetto. All’inizio dello scorso anno, infatti, doveva essere realizzata una struttura crematoria dello stesso tipo. A marzo però il Comune revocò una delibera di giunta per la fattibilità dell’opera. Quindi non se ne fece più nulla. Stesso iter era stato avviato a Pescara nove mesi fa per ospitare il primo tempio crematorio in zona San Silvestro.
L’opposizione chiede però le specifiche per capire quel sarà il flusso di utenti che arriveranno a Tagliacozzo. “Alcuni mesi fa”, sottolinea il consigliere di opposizione Vincenzo Montelisciani, “siamo stati convocati dalla maggioranza per un incontro al termine del quale chiedemmo di essere informati riguardo all’iter e a ogni decisione in merito. Non abbiamo preclusioni o preconcetti sull’opera, ma chiediamo che tutti i cittadini vengano messi al corrente di ogni decisione. La maggioranza non ci ha fatto fino a ora più sapere nulla, non ci ha dato alcuna comunicazione e non sappiamo che tipologia di installazione ci sarà, né conosciamo le specifiche tecniche del progetto”.
La pratica della cremazione è in costante crescita in Italia. Fino a un anno fa gli impianti in Italia erano meno di cento. Prima del coronavirus erano state eseguite circa 250mila cremazioni (oltre il 30 per cento dei decessi). In Europa la cremazione ha a sua volta raggiunto e superato il 40 per cento del settore.
La cremazione è una forma di trattamento dei cadaveri, che vengono prima bruciati e poi ridotti in cenere. Era praticata già nell’antichità dagli etruschi, dai greci e dai romani ma la Chiesa la vietò, considerandola una forma pagana. Attualmente la Chiesa cattolica raccomanda la sepoltura, pur non proibendo la cremazione, evidenziando che le ceneri devono essere conservate comunque nei cimiteri e non disperse o tenute in casa.
La dispersione delle ceneri viene autorizzata, secondo la volontà del defunto, dall’ufficiale di stato civile del Comune dove è avvenuto il decesso. La dispersione può essere consentita in apposite aree dei cimiteri (“giardini del ricordo”) o in aree private all’aperto (con il consenso dei proprietari).
La legge numero 130 del 2001 stabilisce che la dispersione delle ceneri non autorizzata è punita con la reclusione da due mesi a un anno e con una multa. Infatti le ceneri hanno lo stesso status del cadavere.