Avezzano. I Torlonia non sono mai stati una famiglia a cui piacesse apparire, non di persona almeno. Di Alessandro Torlonia, colui che prosciugò il lago del Fucino, non esistono molte raffigurazioni in giro: qualche busto, alcuni dipinti sparsi tra Roma e la Marsica, ma nulla di più. Oggi però vi mostriamo un rarissimo dipinto del principe Torlonia, realizzato olio su lavagna, importante per due motivi, anzitutto è uno dei pochissimi quadri che lo raffigura da giovane, ma soprattutto è stato dipinto da Costantino Brumidi, soprannominato il Michelangelo d’America.
Costantino Brumidi, quasi coetaneo del principe Torlonia, non trovò grande fortuna in Italia e fu costretto ad emigrare negli Stati Uniti. In pochi anni l’artista divenne così celebre oltre oceano, che gli vennero affidate delle importantissime commissioni, una su tutte, dipingere l’apoteosi di George Washington sulla cupola del Campidoglio, la sede del congresso degli Stati Uniti d’America.
Uno dei pochi ad aver capito le potenzialità di Costantino Brumidi fu invece il Torlonia, che poco prima che partisse per le Americhe, gli commissionò lo splendido ritratto di cui sopra e affidò all’artista il compito di decorare buona parte delle volte e delle gallerie degli appartamenti annessi al meraviglioso teatro presente all’interno di villa Torlonia a Roma. Alla luce di questo raro dipinto del Brumidi, pertanto, è possibile affermare con assoluta certezza che l’artista abbia lavorato a Roma per il Principe Torlonia. Già in passato più di qualcuno aveva notato la somiglianza tra la mano che ha dipinto George Washington tra le tredici angeliche figure femminili, uno per ogni stato fondatore, e quella che ha affrescato la volta del teatro, dove vi è rappresentato Apollo, circondato da dodici donne. E non sono stato certo l’unico a notarlo. In un recente articolo uscito negli USA qualcuno si è preso la briga di confrontare alcuni particolari del congresso americano, con quelli di villa Torlonia a Roma. Ebbene la somiglianza è incredibile, come si può vedere anche nella galleria riportata qui sotto.
Ma le similitudini tra questi due monumenti non si fermano qui, ce ne sono un paio ancora più incredibili: il frontone dell’edificio americano somiglia tantissimo a quello del casino nobile di Villa Torlonia, ma soprattutto entrambi hanno di fronte un laghetto rettangolare e un obelisco. Che ci sia dell’altro dietro questa sorta di “gemellaggio” architettonico? Ebbene sì, sembra che entrambi gli edifici siano disseminati di simboli massonici, ma questa è un’altra storia che merita l’approfondimento di un nuovo articolo. Francesco Proia, autore del romanzo storico “Il Principe del Lago”.