Tagliacozzo. L’affetto di molti parenti e amici e l’abbraccio di tutta la comunità cristiana tagliacozzana ha reso particolarmente emozionante e carica di significato la cerimonia di ordinazione diaconale di Antonello Corradetti. Nella suggestiva cornice barocca della Chiesa Matrice dei Santi Cosma e Damiano di Tagliacozzo, il seminarista, dopo la presentazione di monsignor Gino Cilli, rettore del pontificio seminario regionale, San Pio X, è stato ordinato diacono dal vescovo dei Marsi Pietro Santoro. Dal suo profilo facebook, all’inizio di questo giorno speciale, Antonello ha chiesto a tutti i suoi amici “di pregare affinché io non sia mai d’intralcio alla meravigliosa opera che Dio continuamente compie in mezzo a noi. A voi chiedo di accompagnarmi in questo lungo e splendido cammino che oggi mi appresto ad intraprendere”. Nelle parole del Vangelo di Luca il senso di questo incondizionato mandato: la pienezza della fede e lo spirito del servizio, senza preoccuparsi di nulla, neppure di ciò che sembra indispensabile: “Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né bisaccia, né pane, né denaro, né due tuniche. Ed essi partirono e passavano di villaggio in villaggio, annunziando dovunque la buona novella e operando guarigioni”. Un invito a alla progressiva e radicale decisione a camminare come Dio cammina, lo ha rivolto il vescovo Santoro a tutti i presenti durante la sua omelia. “Il diacono oggi è chiamato a ridare carne e sangue” – aggiunge il vescovo – “alla Parola di Dio per non affogare nella palude della retorica e, nella vita sociale, nella palude della vergogna. Parlando di controcultura, tutto il vangelo lo è, è il roversciamento del cuore, che rovescia i parametri del successo. Cristo ci deve rovesciare. Gesù torna a disturbare le nostre piattezze, le nostre ipocrisie. Il gesto dell’ultima cena deve diventare per tutti norma di vita”. Con questo atto sacramentale, che integra nell’ordine dei vescovi, dei presbiteri e dei diaconi, e che va al di là di una semplice elezione, designazione, delega o istituzione da parte della comunità, poiché conferisce un dono dello Spirito Santo, che permette di esercitare una potestà sacra, la quale non può venire che da Cristo stesso, mediante la sua Chiesa, Antonello si è consacrato a Cristo ed è al servizio di tutta la comunità. L’imposizione delle mani del vescovo, insieme con la preghiera consacratoria, ha costituito il segno visibile di tale consacrazione. L’impegno del diacono, Antonello Corradetti, a partecipare in una maniera particolare alla missione e alla grazia di Cristo, ha dato forma concreta a questo prezioso dono dello Spirito Santo. Il sacramento dell’Ordine imprime al diacono un sigillo, un “carattere”, che nulla può cancellare e che lo configura a Cristo, il quale si è fatto “diacono” cioè servo di tutti. Tra i suoi compiti, assistere il vescovo e i presbiteri nella celebrazione dei divini misteri, soprattutto dell’Eucaristia, distribuirla, assistere e benedire il matrimonio, proclamare il Vangelo e predicare, presiedere ai funerali e dedicarsi ai vari servizi della carità. Fare tesoro di tanta ricchezza di spirito è il compito per ciascuno di noi. Gianluca Rubeo