Avezzano. Marsicani in pellegrinaggio a Piazza San Pietro per rendere omaggio a don Luigi Guanella, il prete nominato santo dal Pontefice che, nei suoi ultimi giorni di vita terrena accorse in Marsica, al fianco di Don Lugi Orione, per soccorrere un popolo straziato dal terremoto del 13 gennaio 1915. Fu uno degli ultimi gesti di carità cristiana del sacerdote che si spense il 24 ottobre a Como. Centinaia di persone con in testa il vice sindaco Iride Cosimati e don Angelo Piacente, in rappresentanza dell’amministrazione Floris e della Curia vescovile -che ha promosso la trasferta-, hanno assistito alla toccante cerimonia officiata dal Papa, ultimo atto del processo di beatificazione. All’evento hanno partecipato anche il sindaco di Capistrello, Antonino Lusi, e una delegazione americana guidata dal prete marsicano Don Enzo Addari. Ora il Comune di Avezzano gli intitolerà una strada o un luogo simbolo del sisma. “La santificazione”, affermano il sindaco e il vice, Antonio Floris e Iride Cosimati, “ha dato il là alla riscoperta della catena di assistenza a tutto tondo organizzata da Don Guanella a favore del popolo marsicano martoriato dal terremoto. Proprio in virtù di questa straordinaria opera di solidarietà e carità cristiana l’amministrazione sta studiando il modo di intitolare a San Guanella un luogo simbolo del terremoto”. Domenica, invece, il Santo sarà ricordato in tutte le parrocchie della Diocesi: saranno distribuiti ventimila volantini sulla vita e l’opera di Don Guanella. “L’obiettivo”, afferma don Angelo Piacente, “è quello di avviare una doverosa opera di recupero della memoria di un personaggio straordinario che ha speso le sue ultime energie terrene per soccorrere la popolazione della Marsica straziata dal terremoto”. Don Guanella si precipitò in Marsica insieme a sei suore e altri due sacerdoti dando vita a una straordinaria catena di soccorso che toccò oltre venti paesi: migliaia le persone assistite, curate, rifocillate e ospitate nei centri di Roma e perfino a Como. Pochi mesi dopo il sacerdote nato a Fraciscio di Campodolcino nel dicembre 1842 e ordinato prete nel 1866, anno in cui fondò la Casa della Divina Provvidenza che estese in Italia e all’estero (Stati Uniti, Svizzera, Asia e Africa), salì in cielo. Quasi un secolo dopo, a ridosso del centenario del terremoto, la Santificazione.