Avezzano. Nelle ultime settimane era stata cercata anche ad Avezzano dove aveva vissuto per un periodo di tempo e dove era stata fermata dalla polizia durante un controllo in un appartamento di un marocchino. Tutto ciò senza nessun risultato. Ora Samanta Fava, la donna di 37 anni originaria di Sora e scomparsa un anno fa, è stata trovata nella casa dei genitori del suo ex, a Fontechiari, vicino Frosinone. Qui è avvenuta la scoperta del cadavere murato nell’abitazione al centro del paese. Tonino Cianfarani, l’operaio quarantenne accusato dell’occultamento del cadavere di Samanta Fava, è stato fermato dopo essere arrivato ieri sera a Ciampino su un volo Ryanair partito da Olbia alle 21.45. Ad accoglierlo gli agenti della squadra mobile di Frosinone che lo hanno arrestato.
La svolta nelle indagini era giunta a maggio di quest’anno quando l’ex aveva raccontato di averla gettata nel fiume dopo il decesso, avvenuto a seguito di un malore. In serata gli investigatori hanno fermato un uomo. Le ricerche si erano concentrate anche ad Avezzano, uno degli ultimi luoghi dove la donna era stata ufficialmente segnalata, anche con un controllo della polizia che l’aveva trovata in casa di un immigrato marocchino residente nel capoluogo marsicano. E alla base dell’assassinio della donna potrebbero esserci anche questioni legate alla sua decisione di restare ad Avezzano nvece di tornare a casa, nel frusinate. Si tratta per ora solo di ipotesi. Samanta era infatti separata e con un figlio. Aveva fatto perdere le sue tracce ad aprile 2012. La denuncia di scomparsa è stata presentata, una ventina di giorni dopo, dall’ex marito, preoccupato per il fatto che l’ex moglie non telefonasse più al figlio né rispettasse più gli appuntamenti con il figlio stabiliti dal giudice. A settembre i familiari hanno pubblicato un annuncio sul sito di «Chi l’ha visto?», la trasmissione di Rai 3, spiegando che Samanta era di corporatura esile, con occhi castani e alcuni tatuaggi: un angelo sul polpaccio sinistro, ali tribali sul fondoschiena e Betty Boop sulla spalla destra.
A maggio del 2013 il racconto che ha dato la svolta alle indagini. La polizia e il pm Alfredo Mattei hanno interrogato a lungo un concittadino di Samanta che la donna frequentava. L’uomo era stato indagato per occultamento di cadavere, ma le ricerche da parte dei sommozzatori dei vigili del fuoco arrivati da Roma sono andate avanti per settimane, senza nessun esito positivo.