Tanti fiori per colorare i giardini e tutti i tipi di ortaggi per dare vita, in molti casi per la prima volta, a un piccolo orto. Dopo qualche settimana dall’uscita dal lock down imposto dal Governo per contenere il contagio da Covid 19, Matteo Santilli, dell’impresa Santilli Vivai, che si trova sulla Tiburtina a Celano, in provincia dell’Aquila, tira le somme su quelli che sono stati gli ultimi mesi di lavoro nell’attività di famiglia.
Vivai Santilli, che quest’anno taglierà il traguardo dei 30 anni di attività, anche questa volta ha ottenuto un risultato positivo che può vantare di condividere insieme a una trentina di dipendenti, che nonostante la crisi legata alla chiusura di numerose attività produttive, hanno avuto la possibilità di continuare a lavorare. Con le consegne a domicilio l’attività ha avuto la possibilità di non fermarsi mai.
L’azienda Vivai Santilli
L’azienda nasce dall’investimento imprenditoriale di Marino Santilli che insieme a suo fratello Gianni, ormai 30 anni fa, diede vita alla vendita di piante da giardino, fiori e piantine da orto insieme all’attività di realizzazione di giardini pubblici e privati, in tutta la Marsica.
Con l’avvento della “nuova generazione” l’azienda negli anni ha avuto una crescita esponenziale, aprendo a numerosi altri settori commerciali che hanno trovato riscontro positivo nella clientela che oggi arriva non solo dalla Marsica ma da tutta la provincia, dal pescarese e spesso anche da fuori regione.
La nascita di nuovi giardini e orti durante il lock down
«Durante il lock down abbiamo avviato la consegna a domicilio», racconta Matteo Santilli, che insieme al cugino Renato si occupa dell’area vendite, «l’idea mi è venuta stando a contatto con i genitori della mia ragazza. Sono persone che non si sono mai dedicate particolarmente alla cura del giardino o dell’orto. Per me sono stati di grande spunto. Perché durante la chiusura, con l’invito a non uscire di casa se non per emergenze sanitarie o altre necessità, spesso è stato difficile fare i conti con il tempo a disposizione. E in tanti non erano abituati a vivere tanto tempo negli spazi di casa o adiacenti. Allora mio suocero mi ha chiesto se potevo consegnarli delle piante per iniziare ad avviare un orto», continua Santilli, «da una, due, ne ha poi ordinate tante, fino a comporre non solo un piccolo orto ma anche un giardino. Avviato il servizio, le cose poi sono venute da sé ma è stato importante per tutti noi portare avanti un processo di fidelizzazione con i nostri clienti. Siamo rimasti vicini a tutti loro con le consegne a domicilio e non appena è finito il periodo di chiusura abbiamo riavuto in vivaio tutti i vecchi clienti e dei nuovi, che avevano deciso di portare avanti i loro progetti».
E così, se da un lato il lock down ha costretto a reinventare anche gli ambienti domestici e gli spazi aperti di tante abitazioni, dall’altro ha fatto “esplodere” in molti marsicani ma non solo, la voglia di prendersi cura del proprio giardino o magari di avviare un orto.
La crescita dell’azienda che quest’anno compie 30 anni di attività
«Mio padre Marino, insieme a mio zio Gianni si sono sempre occupati dei lavori nel pubblico», racconta Matteo Santilli, «quando l’azienda è nata non c’era una distinzione netta su chi facesse cosa, quella è arrivata con l’arrivo di noi figli».
Oggi all’azienda di famiglia c’è anche Gianpaolo che si occupa dei lavori esterni e dei privati, Elisa, che è responsabile della segreteria e Matteo e Renato che gestiscono le vendite.
«Chi arriva nella nostra azienda sa che trova un ambiente familiare, sempre vicino alle esigenze del cliente che cerchiamo in tutti i modi di soddisfare», va avanti Matteo, che come suo fratello viene dagli studi del Liceo Scientifico a cui poi per lui sono seguiti quelli in Ingegneria, «all’inizio questo vivaio affiancava solamente l’attività esterna di realizzazione dei giardini. Si vendevano piante da orto e giardino solo nei mesi di primavera e estate. Ho un ricordo sempre in mente. Era l’11 novembre di sei, sette anni fa, il giorno del mio compleanno. Eravamo a casa e chiesi a mio padre perché tenevamo chiuso il vivaio, invitandolo ad andarci insieme per organizzare nuove vendite. Mi spiegò che in autunno e in inverno la nostra era una attività che non aveva vendite e mi spiegò che comunque era impegnato con dei lavori e che quindi non ci sarebbe comunque potuto essere».
Fu allora che Matteo scelse davvero quale sarebbe stata la sua strada.
«Proprio in quei giorni incontrai un cliente storico del vivaio. Era di Caruscino. Lo raggiunsi a casa per delle consegne e mi fece vedere la sua terra dove teneva animali da cortile», conclude, «ero poco più che ventenne e non sapevo nemmeno che gli animali da cortile potevano essere venduti. Provai così a vendere anche galline, conigli e quindi anche mangimi. Ricordo ancora il secco “No” del primo rappresentante che quasi mi snobbò. Tentai con un secondo, che faceva capo alla casa di produzione più grande del Paese, impostai la voce, dovevo darmi un tono e essere il più credibile possibile. Mi diede fiducia, mi fece rivenditore. Oggi vendiamo quattromila quintali di mangimi l’anno».
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