Avezzano. Truffavano le società finanziarie per acquistare macchine senza mai pagarle, poi le rivendevano a privati e autosaloni. Nove persone sono finite sotto accusa per aver comprato auto a rate da una concessionaria di Avezzano fornendo false garanzie alle società finanziarie, poi rivendevano le macchine che non avevano mai pagato. Nei guai nove persone del Frusinate accusate di reati che vanno dalla truffa alla falsità materiale.
Gli imputati, in concorso tra loro, avrebbero fornito garanzie di reddito false, come ad esempio buste paga contraffatte, con i fine di non voler pagare le rate per l’acquisto di alcune auto alla concessionaria. In tal modo, secondo l’accusa della procura di Avezzano, avrebbero truffato diverse società finanziarie e assicurazioni del territorio. Le indagini però, e le denunce presentate dalle società truffate, hanno fatto scattare le indagini della Procura di Avezzano e in nove sono finiti davanti al giudice del tribunale di Avezzano. Si tratta di Marino Barioli, 47 anni, Marco Crecco (40), Fabio Massa (42), Davide Tiberia (42), Gianfranco Marchi (51), Corrado Di Manno (54), Amalia Bruni (50), Marco Fiorillo e Nevrcze Shakaj, 50enne di nazionalità albanese.
I fatti risalgono al periodo che va dal mese di marzo a luglio del 2013 e, secondo quanto emerso dalle indagini, il gruppo si sarebbe organizzato per acquistare diverse macchine, sempre alla stessa concessionaria, utilizzando delle finte finanziarie stipulate sulla base di documenti falsi. I documenti venivano prodotti e poi consegnati prima del contratto di compravendita. Dopo l’acquisto però tenevano le auto ma non pagavano le rate del finanziamento.
Nel frattempo le macchine acquistate venivano rivendute, in alcuni casi a degli autosaloni. In tal modo e, sempre secondo la procura di Avezzano, gli imputati percepivano l’introito della vendita delle macchine senza però aver mai pagato le rate per l’acquisto. In altri casi venivano fornite delle garanzie come una falsa certificazione di pensione che riportava importi differenti da quelli reali. Le auto, soprattutto di piccola cilindrata, venivano anche vendute a dei privati che le acquistavano senza sapere l’antefatto.