Teramo. Tutti assolti i 28 imputati accusati di truffa in concorso con le azioni della Tercas. Tra loro ci sarebbe anche l’avezzanse Antonio Di Matteo, all’epoca dei fatti direttore generale della banca. L’accusa contestava agli imputati la vendita azioni spacciate per “pronto contro termine”, ovvero investimenti a un anno con un rendimento garantito. I fatti contestati a Di Matteo e agli altri 27 imputati risalgono al 2011, con l’inchiesta partita proprio dalle denunce di alcuni risparmiatori. Ma il giudice, Flavio Conciatori, ha assolto tutti perché il fatto non sussiste.
A processo, oltre all’ex dg, Antonio Di Matteo, all’ex responsabile pro-tempore dell’area finanza della Tercas, Lucio Pensilli e all’allora responsabile pro-tempore dell’area commerciale, Alessio Trivelli, erano finite altre 25 persone tra responsabili dei vari servizi, direttori di filiale, vicedirettori di filiale, addetti alla riprofilatura dei clienti e semplici dipendenti. Nella precedente udienza il pm Enrica Medori, aveva chiesto la condanna per 15 persone, le più alte richieste erano state proprio per gli ex vertici Tercas: sei anni per Di Matteo e Pensilli e quattro per Trivelli. “La sentenza assolutoria è l’epilogo del mirabile operato del Tribunale”, hanno commentato i legali di Di Matteo, “la magistratura ha restituito onorabilità e prestigio al dottore Di Matteo. L’accertata insussistenza dei fatti dimostra che la Tercas, nel periodo in cui è stata diretta da Di Matteo, non ha mai negato agli investitori il riacquisto delle proprie quote né più né meno di quanto è accaduto nell’operazione del 2010, perché la Banca le collocava nella certezza che avrebbe potuto riacquistarle in quanto aveva la necessaria solidità finanziaria e perché ha sempre anteposto gli interessi dei suoi clienti ai propri”. (f.d.m.)