Tagliacozzo. Una comunità sconvolta quella di Roccacerro, incredula e addolorata. “Abbiamo cercato Furio in tutti questi mesi senza mollare, abbiamo continuato a preoccuparci delle sue sorti per tutto il tempo, senza perdere mai le speranze e non ci siamo mai arresi, facendo accertamenti anche a Roma”. E’ quanto tengono a precisare i ragazzi e gli abitanti di Roccacerro riguardo alla drammatica vicenda che ha interessato la piccola comunità di montagna.
Furio Lescarini, il 61enne romano, è stato ritrovato senza vita nella sua casa di montagna dopo circa un anno dalla scomparsa. Per anni era stato maestro di sci sulle piste del Terminillo e al Nord, da Folgarida a Madonna di Campiglio ma era residente nel Comune di Tagliacozzo. È morto probabilmente per un malore e saranno gli accertamenti medico legali a chiarire le cause. Nel frattempo però gli abitanti della piccola frazione di Roccacerro non ci stanno al fatto che possa passare un messaggio sbagliato. Lui era lì a pochi passi dalle altre abitazioni, ma nessuno lo sapeva nonostante le ricerche, nonostante le continue visite fuori dalla sua abitazione. Veniva cercato non solo in Abruzzo, ma anche a Roma e in Trentino dove non era mai risalito e dove lo attendevano degli amici.
Diversi fattori hanno inciso sui ritardi nel ritrovamento, una serie di coincidenze e circostanze, oltre al carattere introverso delle maestro di sci romano, hanno fatto il resto. In particolare, le sue abitudini da lupo solitario e i suoi spostamenti senza che venissero comunicati ad altre persone, hanno reso le ricerche molto difficili e le ipotesi sulla sua scomparsa altrettanto variegate. In questa vicenda, però, i roccatani vogliono emerga che il loro amico non è stato mai abbandonato, né dimenticato.
“L’ho visto a maggio l’ultima volta”, racconta Carolina Ronchetti, una giovane che continua ad esse molto legata alle sue radici, “e non l’abbiamo mai dimenticato. Lo abbiamo cercato ovunque senza sapere che lui fosse in paese già morto. Questo ci ha devastati tutti. Io e la mia amica Marianna lo abbiamo visto a maggio e lui ci ha salutato come sempre dicendoci che aveva preso una camera d’albergo a Tagliacozzo per 2 o 3 giorni e che poi sarebbe ripartito. Altre volte scendeva e non si faceva vedere da nessuno. Ci hanno chiamato anche dal Trentino”, racconta la giovane, “rintracciandoci perché lui parlava sempre loro di Roccacerro. Tante volte siamo andati davanti a casa sua e in autonomia abbiamo cercato di ricostruire i suoi movimenti. Qualcuno aveva anche ipotizzato che potesse aver iniziato a fare il clochard dopo la morte della madre. Un altro nostro amico che fa il carabiniere a Roma e che è originario del paese ha anche presentato una denuncia a Roma e abbiamo cominciato a cercarlo in tutte le Caritas, ma non era censito. Abbiamo sempre continuato a sperare e a cercare così come hanno fatto anche nel nord Italia. Resterà sempre nel cuore di ognuno di noi”.
I ragazzi e i residenti del paese si sono anche offerti, qualora ce ne fosse la necessità, di contribuire alle spese per il funerale che si terrà comunque in forma privata come stabilito dalle normative per l’emergenza sul coronavirus.