La caduta dei capelli è un problema intergenerazionale che può colpire tutti. Uomini, donne, giovani e meno giovani, per motivi genetici o per cause esterne di varia natura. Da Avezzano, e più precisamente da un’intuizione del dottor Domenico Piccolo, titolare dei noti centri medico-estetici Novea Skin Center, nasce un protocollo innovativo che sta mostrando risultati eccezionali. Trichobiolight è una terapia, ormai applicata in campo da 5 anni su oltre 800 pazienti, che si pone come una nuova frontiera per contrastare la caduta dei capelli. Come fa? Lo dice già il nome, dove “tricho” è il capello, “bio” sta per biostimolazione, e “ligth” è il termine inglese per “luce”: quindi, usando un parolone tecnico, parliamo di bio-fotorivitalizzazione, ovvero un trattamento combinato di stimolazione e ristrutturazione dei bulbi piliferi, seguito immediatamente dopo da un trattamento fotostimolante, attraverso l’utilizzo di un caschetto dedicato che emette una luce ad una particolare lunghezza d’onda.
Ma come funziona esattamente? Lo abbiamo chiesto direttamente al dottor Piccolo, che ci racconta: “Chi mi conosce sa che ho una grandissima passione per il calcio. Mi piace andare a vedere gli stadi più belli del mondo ed ho notato che per la cura e il mantenimento del manto erboso, dopo l’irrigazione, gli impianti più evoluti hanno un sistema a raggi infrarossi, che con dei rulli particolari ‘illumina’ l’erba, mantenendola brillante e rigogliosa per tutto l’anno grazie ad un effetto di fotostimolazione. Allora ho pensato di riproporre lo stesso protocollo anche sul cuoio capelluto“.
Si parte con “l’irrigazione”, ovvero una biorivitalizzazione eseguita dal dermatologo in ambulatorio, che consiste nell’infiltrazione tramite finissimi aghi di piccole quantità di sostanti biostimolanti, come vitamine, antiossidanti, acido ialuronico e sostante sebo regolatrici e antinfiammatorie.
“Queste sostanze sono in grado di ristrutturare e nutrire il capello, ristimolare il microcircolo ossigenando la cute e il bulbo pilifero, e riattivare la crescita. Non sono farmaci, è importante sottolinearlo, e quindi non vi è alcuna controindicazione anche a trattamenti ripetuti“.
Segue poi una fase di fotostimolazione, dove, con una luce led a 630 nanometri, si va a stimolare il metabolismo dei tessuti e delle cellule, che ricevono così maggiore ossigenazione, si riattivano e tornano a riprodursi. Esattamente come si fa sui campi da calcio con l’erba.
“Sono due tecniche che già si usavano da anni: la novità è stata quella di abbinarle nell’ambito della stessa seduta, ottenendo così risultati più efficaci. Ormai lo abbiamo testato su oltre 800 pazienti e possiamo affermare di aver riscontrato un ispessimento dei capelli nell’83% dei casi, oltre ad uno scurimento degli stessi, dovuto all’aumento della concentrazione di melanina. Capelli più spessi significa maggior effetto coprente, con effetti evidenti sia nei casi di caduta stagionale che nelle forme croniche. Perché bisogna sapere che spesso la calvizie è dovuta non solo alla caduta dei capelli, ma a una progressiva riduzione del diametro del pelo, che diventa più sottile e quindi meno visibile“.
Il trattamento di foto-biorivitalizzazione consiste in un ciclo di sedute variabili a seconda della situazione clinica (in genere si parte con un ciclo di 6 sedute, una al mese, seguito da una fase di mantenimento, con una seduta ogni 3-4 mesi), non necessita di anestesia locale (nessun dolore) e permette l’immediata ripresa delle attività sociali.
E’ preceduto da un approfondito esame computerizzato, che consente un’analisi veloce, precisa e dettagliata dello stato di salute del capello. Si va a misurare con precisione la densità capillifera (numero di capelli/cm2), il diametro dei capelli (μm), la velocità di crescita giornaliera (mm/giorno) ed il rapporto anagen/telogen (detto in parole semplici, misura la fase di crescita e di regressione del capello). I dati ottenuti poi usati sia a fini diagnostici (per determinare la causa della caduta dei capelli) sia a fini terapeutici (per valutare l’efficacia dei trattamenti anti-caduta).
“I risultati più incredibili“, conclude il dottor Piccolo, “li abbiamo visti quando al Trichobiolight abbiniamo una cosidetta TAR, Terapia Autologa Rigenerativa. In sostanza, con una microliposuzione per nulla invasiva preleviamo delle cellule staminali dal grasso corporeo – dove sono presenti in maggior concentrazione rispetto al sangue, e anche in numero più costante – e le iniettiamo con una piccola siringa sul cuoio capelluto, in modo da andare a stimolare la produzione di capelli in tutti quei follicoli ancora attivi, ma che non producono più. In questo modo abbiamo un aumento del numero di nuovo capelli, che, abbinato all’ispessimento di cui abbiamo parlato, da risultati eccezionali“.
Insomma, la ricerca in questo campo ha fatto passi da gigante. Un tempo c’era chi aveva “in testa un’idea meravigliosa!” (vecchio claim pubblicitario degli anni Ottanta). Oggi c’è chi, combinando tecnologie moderne e intuizione, può davvero risolvere i problemi di tante persone.