Avezzano. Una possibile chiusura del tribunale di Avezzano nel 2020 è motivo di grande fermento e dibattito in tutta la Marsica. Sulla questione sono tornati a pronunciarsi anche il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, e il sottosegetario, Federica Chiavaroli, in visita ieri al nuovo tribunale di Chieti. La Chiavaroli ha lanciato un messaggio forte e chiaro sul “problema dei quattro uffici sospesi” a cui il Governo ha permesso vita fino al 2020 con una delega. “La decisione in Parlamento è già stata presa, dopo il 2020 saranno chiusi, tutti lo sanno. La politica, a questo punto, sia all’altezza e faccia le sue proposte, perché il Governo ci ha dato tutto quel tempo per trovare una soluzione affinché questa sospensione non penalizzi la giustizia. La politica abruzzese”, ribadisce, “sia in grado di trovare una soluzione e non si lasci prendere la mano dai campanilismi”, ha concluso la Chiavaroli, lasciando poi intendere ai presenti che solo due tribunali su quattro, tra quelli di Avezzano, Sulmona, Lanciano e Vasto, potranno essere salvati da decisioni future. Tuttavia i due tribunali della provincia di Chieti hanno già trovato un accordo per la fusione. A questo punto la vera partita si gioca in Provincia dell’Aquila tra Avezzano e Sulmona, dove nessuna delle due città sembra disposta a rinunciare al suo palazzo di Giustizia e ad andare in trasferta. Da una parte il tribunale Avezzano, primo in Italia per smaltimento di cause civili, e dall’altra quello di Sulmona, già destinatario di importanti investimenti unitamente alla scuola di polizia penitenziaria e al carcere.
Al sottosegretario Federica Chiavaroli, ha fatto eco il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, che ribadisce la razionalizzazione contro ogni difesa campanile. “Ripeto quello che ho detto al presidente del Consiglio regionale Di Pangrazio: si lavori per una proposta che può essere alternativa, di razionalizzazione. Se sarà razionale, secondo me avrà buone possibilità di essere accolta da qui al 2020. Se ognuno difende il suo campanile rischia di passare, invece, l’idea originaria”, e alla domanda sulla possibilità che i piccoli tribunali restino aperti precisa: “Bisogna che ci sia un disegno di ripensamento complessivo. Quindi è possibile che non sia questa la soluzione, quella ipotizzata a suo tempo definitiva, ma bisogna costruirne una alternativa”. Secondo quanto lasciato ben intendere sia dal guardasigilli che dal suo sottosegretario la riforma sarà attuata e due dei quattro tribunali nel 2020 saranno costretti a chiudere senza se e senza ma. La lotta tra il presidio di Avezzano e quello di Sulmona sarà dunque senza esclusione di colpi, poiché un pacifico accordo di fusione, al momento, rappresenta per entrambi un’amara soluzione. Sia Avezzano che Sulmona sono interessati solo alla salvezza del proprio tribunale, contrariamente a quanto accaduto tra Vasto e Lanciano. Gli interrogativi restano, unitamente al timore. La Chiavaroli ha lanciato un appello alla politica abruzzese. Ma sarà veramente la politica locale a scegliere? O la decisione dall’alto è stata già presa rendendo vano ogni sforzo? (fdm)