Avezzano. Floris chiede manforte alla Regione per salvare il tribunale di Avezzano a rischio “cancellazione” con il decreto legge messo in cantiere dal governo nazionale. Il palazzo di giustizia cittadino, infatti, non essendo tra quelli dei capoluoghi di Provincia, è stato classificato come tribunale minore, e quindi, da sopprimere o accorpare. I numeri, però, dicono il contrario e il primo cittadino si appella al Presidente del consiglio regionale, Nazario Pagano, affinché porti il “caso” nell’assise abruzzese chiamata a esprimersi sui “tribunali minori” e perori la causa di un palazzo di giustizia che”, afferma il Sindaco Antonio Floris, “fino a quando è stato messo in condizione di funzionare almeno decentemente, è stato sempre per mole di lavoro, il terzo tribunale d’Abruzzo. Se recentemente si sono verificate delle disfunzioni esse vanno attribuite quasi esclusivamente alla cronica, grave carenza di organico nella quale il Tribunale è stato costretto ad operare. Il palazzo di giustizia, poi”, aggiunge Floris, “ha sede in una Città, tra le poche nell’Abruzzo montano, che ha da anni un trend costante in crescita della popolazione, in un territorio che rappresenta circa la metà dell’intera Provincia per abitanti, che nonostante la crisi economica e i contraccolpi negativi legati al nefasto terremoto del 2009, è ancora oggi il soggetto economico trainante della Provincia, servito da un sistema infrastrutturale, sicuramente perfettibile, ma comunque di prim’ordine, almeno nel panorama provinciale”. Quadro che per il sindaco dovrebbe essere in grado di dimostrare che se la dizione “Tribunali minori, con cui vengono indicate le sedi sotto esame è inesatta, per Avezzano lo è due volte e non tanto perché si dovrebbe parlare di “Tribunali sub-provinciali”, quanto, soprattutto, perché, nel panorama regionale il Tribunale di Avezzano tutto può essere tranne che minore. È per queste motivazioni che”, aggiunge, “all’unisono con tutti i consiglieri comunali, gli avvocati e l’intera popolazione di Avezzano, torno a esprimere con forza e convinzione la più assoluta e decisa contrarietà nei confronti della suddetta ipotesi legislativa. Non essendosi tenuti consigli comunali nelle ultime settimane”, spiega il primo cittadino, “non abbiamo potuto unirci alla corale protesta di altri con lo stesso strumento istituzionale e, pertanto, mi permetto di affidare a questo mio scritto, sicuramente in linea con il pensiero di tutti i consiglieri comunali, nessuno escluso, la posizione della nostra Città”. Il primo cittadino manifesta comunque la sua contrarietà alla strada imboccata dal governo sul discorso tribunali. “Concordo”, conclude Floris, “con una delle principali eccezioni, da più parti ripetutamente sollevata, sulla legittimità della tecnica legislativa scelta e della dubbia compatibilità con le disposizioni costituzionali disciplinanti la normazione di urgenza e che, cioè in sede di conversione di decreto legge, motivato da particolari ragioni di urgenza, si possa procedere a definire una riforma strutturale tanto complessa e dai possibili risvolti tanto pesanti per la vita dei cittadini, senza aver avviato uno studio approfondito della materia con attenta riflessione sulle peculiarità di ogni singola sede. Comunque, in assoluto, mi sembra inopportuno inserire un siffatto argomento nell’ambito di un decreto legislativo che ha scopi totalmente diversi e cioè la stabilizzazione finanziaria del Paese, anche perché si rischierebbe di far passare il concetto che anche la tanto auspicata riforma della giustizia serve solo a far cassa”.