Avezzano. Il Tribunale di Avezzano, quarto per numeri e processi in Abruzzo, “è alla pari dei tribunali medi italiani: una sede di giustizia che minore non è e che deve essere messa in condizione di operare nel pieno delle sue funzioni. A Roma si incominci subito a lavorare alla nuova riforma della Giustizia nazionale, che tenga conto finalmente delle esigenze, dell’effettivo range di attività e delle peculiarità geografiche dei territori”, così, in una nota, il primo cittadino di Avezzano, Giovanni Di Pangrazio, che continua: “Oggi, tra le mani, abbiamo una proroga di un altro anno, sicuramente apprezzabile, ma non decisiva e nemmeno sufficiente a colmare le lacune che ci sono. Dal Governo abbiamo avuto delle rassicurazioni, le quali, però, ora devono trovare una via di trasformazione in atti e passaggi concreti. C’è bisogno dello scatto in più: si vada avanti con l’assegnazione urgente di magistrati e funzionari amministrativi”. Per il sindaco di Avezzano, “la giustizia non può essere messa in stand-by”.
Il neopresidente dell’Ordine degli Avvocati di Avezzano, l’avvocato Roberto Di Pietro, aggiunge: “A partire da oggi, tutte le forze politiche nazionali e regionali si devono impegnare subito e concretamente, affinché si arrivi ad una soluzione definitiva con la salvezza del nostro presidio di giustizia: non si può più andare avanti con le proroghe. Il Tribunale di Avezzano, – continua – che vanta una pianta organica di undici giudici togati, ha ad oggi tre posti scoperti, fra cui quello del Presidente: sarà nostro compito sollecitare il Consiglio superiore della Magistratura affinché completi tutte le procedure necessarie per coprire i posti vacanti. Inoltre, la recentissima sentenza del TAR Abruzzo, L’Aquila n. 46 del 31.1.2023, ottenuta su ricorso dell’Ordine degli Avvocati di Avezzano in persona dell’ex presidente Franco Colucci, mio predecessore, e con il patrocinio degli avvocati Mario Petrella ed Angelo Romiti, ha intimato al Ministero di prendere posizione sulla richiesta di colmare i gravi vuoti di organico. Alla luce della sentenza, ci aspettiamo che il Ministero invii ulteriore personale amministrativo che vada a colmare una scopertura che é quasi del 60%”.
“Auspichiamo che il Governo politico tenga fede agli impegni presi. – afferma, infine, il presidente del Consiglio comunale, l’avvocato Fabrizio Ridolfi – Ci sarà bisogno dell’apporto di tutte le forze politiche per uscire fuori dal limbo della temporaneità della salvezza: ora dobbiamo andare oltre la proroga. Già dare esecuzione alla sentenza del Tar vorrebbe dire attuare un intervento immediato e decisivo: ciò consentirebbe al nostro Tribunale di ripartire con nuovo slancio e dare risposte concrete all’esigenza di giustizia territoriale. Porteremo a Roma il bisogno della popolazione di poter contare su un presidio vero e che funzioni: è la richiesta di una condizione dignitosa della giustizia, come servizio e come garanzia”.