Avezzano. Si è tenuto nel pomeriggio ad Avezzano, nella gremita sala conferenze dell’hotel “Dei Marsi”, il primo ciclo dei workshop sulla “voluntary disclosure”, organizzato dalla Banca del Fucino, in collaborazione con lo studio legale e fiscale Tremonti, Vitali, Romagnoli, Piccardi e Associati. Il seminario, rivolto principalmente ai commercialisti e ai fiscalisti, ha visto la presenza di numerosi professionisti del settore e di autorevoli personalità. In particolare, erano presenti: l’ex ministro dell’economia e delle finanze, Giulio Tremonti; il sindaco del Comune di Avezzano, Giovanni Di Pangrazio; il direttore generale della Banca del Fucino, Giuseppe Di Paola; il vicedirettore generale della Banca del Fucino, Salvatore Pignataro. “La voluntary disclosure (confessione volontaria, ndr) è un procedimento di pacificazione fiscale tra il contribuente e l’amministrazione, su iniziativa del contribuente stesso, così come stabilito dalla legge (la numero 186 del 2014, ndr)”, ha spiegato il senatore Tremonti. “La voluntary disclosure rientra all’interno di un percorso di contrasto all’evasione fiscale. Nasce con l’intento di dare la possibilità ai contribuenti che si autodenunciano – attraverso una confessione volontaria e veritiera – di far rientrare in Italia tutte quelle somme che sono state portate all’estero da più di dieci anni, eludendo le norme sul monitoraggio fiscale, pagandoci le imposte e gli eventuali interessi; l’unica agevolazione consisterà nella riduzione della sanzione”, ha proseguito l’avvocato Tremonti. “La giurisprudenza europea incentiva a riportare in patria i capitali illeciti detenuti all’estero. Tale procedimento permetterà, quindi, di avere nuovi introiti per le casse dello Stato derivanti dalla tassazione, con il rientro dei capitali che potenzialmente possono avere effetti positivi sull’economia reale. Il contribuente, quindi, avrà a disposizione i capitali rientrati e dovrà decidere come impiegarli, attraverso un’oculata pianificazione patrimoniale e finanziaria (sia da un punto di vista familiare che imprenditoriale). Il ruolo degli intermediari sarà, dunque, assistere i clienti, erogando loro il supporto nella pianificazione”, ha terminato il suo intervento il professore Tremonti. “La Banca del Fucino è oggi il più antico istituto privato romano”, ha commentato Salvatore Pignataro. “Fondata a Roma nel 1923 dai principi Torlonia, deve il suo nome alla realizzazione delle opere di bonifica e di riassetto della piana del Fucino. L’istituto, con una rete di trenta filiali, rappresenta a Roma e nell’Italia centrale un punto di riferimento nella gestione dei patrimoni dei clienti”, ha concluso il vicedirettore generale Pignataro. Antonio Salvi