Tagliacozzo. Oltre tremila persone in Piazza per la domenica in Albis, cioè la prima dopo Pasqua, in occasione della suggestiva festa del “Volto Santo”. E’ la festa della Municipalità tagliacozzana e quindi di tutti i cittadini. Il quadro raffigurante l’immagine del Cristo Sofferente impressa sul velo della Veronica – la pia donna che sulla strada del Calvario volle detergere il volto del salvatore dal sangue e dal sudore della passione – è stato portato in processione da quattro sacerdoti e sotto il baldacchino bianco, a significare il rispetto e l’onore che la Città tributa a questa Icona, elevata al rango di sacra reliquia. Sin dagli albori del Cristianesimo esistono testimonianze scritte e orali che riferiscono di un velo raffigurante il volto di Gesù Cristo. Effige di Camulia, Mandilion o Immagine di Edessa, Veronica o Volto Santo: un gran numero di definizioni ammantate di mistero, alcune delle quali applicate a proto-icone, complicano la ricerca di tracce nei documenti, fra leggende e opere poetiche. A ciò si aggiunge il fatto che dopo la Resurrezione nel Santo Sepolcro furono trovati diversi veli sepolcrali, come conferma Giovanni nel Vangelo di Pasqua: egli, infatti, non solo menziona la presenza di bende ma cita espressamente anche un sudario arrotolato. Il cerimoniale di questa solenne ricorrenza annuale è codificato da secoli, anche se negli ultimi anni, se ne sono perse alcune caratteristiche di non secondario valore. Il Sindaco di Tagliacozzo, con la Giunta e l’intero Consiglio Comunale, alla sera del sabato, venivano accolti dal parroco dei Santi Cosma e Damiano nel cortile antistante la Chiesa e venivano introdotti nel presbiterio, dove attendevano altre autorità locali. Il Sindaco quindi si poneva innanzi alla “ruota” della clausura attraverso la quale la Badessa delle monache benedettine faceva passare la Sacra Effigie che veniva subito esposta alla venerazione dei Fedeli in un’artistica raggera dorata del XIX secolo. Lo sparo di mortaretti e il suono festoso delle campane accompagnava il rito. Seguivano i Vespri solenni presieduti dal Vescovo dei Marsi. Al termine, nei saloni del vicino Palazzo Ducale, il Sindaco offriva un sontuoso rinfresco a tutte le autorità civili, militari e religiose e alla cittadinanza intervenuta. La popolazione vegliava in preghiera tutta la notte la Sacra Immagine e l’indomani si susseguivano fin dall’alba le celebrazioni delle sante messe. Oggi molto si è perso di questa bella Festa e delle sue tante peculiarità che la rendevano solenne e suggestiva, forse a causa di una diffusa scarsa sensibilità verso la memoria storica e più in generale verso la cultura locale. La partecipazione delle autorità laiche è limitata alla sola presenza del Sindaco e di qualche assessore di “buona volontà”; l’accoglienza da parte del parroco non avviene più; così come non si celebra più il ricevimento nei saloni del Palazzo Ducale, occasione d’incontro tra l’amministrazione e la cittadinanza, tra le autorità religiose e i fedeli. Il rituale della festa del Volto Santo è iniziato nel pomeriggio di sabato alle 16.30, quando le monache benedettine del monastero dei Santi Cosma e Damiano hanno consegnato al primo cittadino Maurizio Di Marco Testa la sacra immagine raffigurante il volto di Gesù che sembra essere una rarissima copia di quella conservata nella basilica di San Pietro. Sul retro del quadro infatti si legge: “Questa Sacrosanta Immagine l’ha toccata il Sacratissimo Volto Santo di Nostro Signore Gesù Cristo che si conserva nella Basilica Vaticana, in Roma, ed è la sua vera effige”. Al riguardo tuttavia non vi sono certezze; sono la fede, la pietà e la tradizione popolare che spingono a credere e a vivere con particolare devozione un momento solenne per i cittadini che si inchinano davanti a ciò che di più bello vi è al mondo: un volto illuminato dallo spirito, in cui regna la purezza d’animo, su cui troneggia la pace celeste. Al mattino di domenica, come da tradizione, si è svolta la solenne cerimonia eucaristica alle 10.30, nella Chiesa dei Santi Cosma e Damiano, seguita dalla processione e dalla benedizione di piazza. Tutti i bambini hanno portato con sé, alzandoli al cielo, nel momento della benedizione, impartita da una terrazza degli antichi palazzi, dal Reverendo Don Vincenzo Massotti, parroco di Carsoli, i cavallucci e le colombelle, dolci realizzati con antica e segretissima ricetta proprio dalle monache benedettine, acquistabili, durante tutta la settimana precedente la festa, nel monastero e consegnati dalle monache di clausura attraverso la storica “ruota”. Proprio in quell’istante la bellissima fontana dell’obelisco ha schizzato in alto l’acqua e i suoni festosi della banda hanno reso magico e di buon auspicio un momento di preghiera e devozione che si ripete da centinaia di anni sempre con la stessa sentita partecipazione. Per questi motivi viene anche chiamata “Festa della Benedizione”. Al termine del rito, nel pomeriggio, il sindaco ha restituito il “Volto Santo” alle monache che ne saranno fedeli custodi fino al prossimo anno. Fra il XVII ed il XVIII secolo furono i principi Colonna, antichi feudatari del Ducato, a far dono dell’effige, olio su tela, recentemente restaurato, alla municipalità di Tagliacozzo che ancora oggi provvede ad organizzare la festa.