Tagliacozzo. Momenti di tensione giovedì sera verso le 20.30 sul treno R 2376 in sosta presso la stazione di Colli di Montebove per la coincidenza con il treno R 2377. Il treno, che trasporta solitamente numerosi lavoratori e studenti che fanno rientro nella Marsica, partito da Roma Tiburtina – Piazzale Est alle 18.26, pur avendo sostato per 15 minuti nella stazione di Bagni di Tivoli per un’altra coincidenza è giunto in prossimità di Carsoli eccezionalmente in orario. Il prolungarsi dell’attesa nella stazione di Colli ha fatto scattare l’ira dei pendolari che già nella mattinata avevano dovuto subire l’ora e dieci minuti di ritardo del treno R 2371 e gli oltre trentacinque minuti di ritardo del treno R 3379 in arrivo a Roma. I passeggeri hanno inveito contro il responsabile della stazione accusandolo di non aver sollecitato l’incrocio nella successiva stazione di Tagliacozzo o addirittura di Avezzano, dato che il treno in coincidenza e diretto verso Roma viaggiava con abbondante ritardo. L’episodio è sintomo di un malcontento che sconfina nell’esasperazione. Domani è previsto un incontro di una rappresentanza di Pendolari con il Consigliere Regionale Di Pancrazio mentre alcuni sono intenzionati a sporgere denuncia presso la Procura della Repubblica di Avezzano affinché la magistratura indaghi sulle modalità con cui sono stati rivisti gli orari da parte dei tecnici di Trenitalia Abruzzo. Il Consigliere comunale di Tagliacozzo, Vincenzo Giovagnorio, anche nella qualità di pendolare, ha scritto una dettagliata lettera di protesta all’Assessore ai Trasporti della Regione Abruzzo, Giandonato Morra per sollecitare un incontro che riportiamo di seguito. “Illustre Assessore, avemmo modo di incontrarci a Tagliacozzo lo scorso 2 settembre 2011 in occasione di un convegno con il Sindaco di Roma Gianni Alemanno. In quell’occasione si parlò di turismo, di potenziamento delle vie di comunicazioni con la Capitale e di possibilità di crescita economica per l’entroterra abruzzese. Avemmo l’opportunità, insieme ad altre persone, di rappresentarLe i gravissimi disagi che quotidianamente i pendolari della tratta Roma-Pescara devono affrontare in adempimento degli obblighi lavorativi e di studio. Tali disagi all’epoca erano viepiù aggravati dalla chiusura della stazione Tiburtina e dal dislocamento di alcuni treni, tra i più importanti, presso la desueta e irraggiungibile stazione di Prenestina. Sopportammo ancora per un altro mese e mezzo reiterando più volte al Suo Ufficio la richiesta di agevolare con un minimo di sforzo politico le incomprensibili e inqualificabili decisioni prese da Trenitalia, ma nulla di fatto (ore di ritardo a lavoro mai recuperate, interminabili viaggi per compiere 100 km in media – fino ad Avezzano –, salute psicologica e fisica compromesse dallo stillicidio continuo dei ritardi, dei guasti, delle soppressioni ecc. ecc.), poi finalmente intorno al 15 ottobre lo scalo per l’Abruzzo fu riassestato presso la Stazione di Roma Tiburtina. Ma il sollievo per questa “misera riconquista” fu presto abbattuto dall’amara scoperta di veder approdare i nostri treni non più ai binari 16, 24 e 25 (gli ultimi e più lontani dall’uscita della Stazione e dall’ingresso alla Metro B) ma presso i binari I e II “Piazzale Est” di nuovissima costruzione… esterni al recinto della stazione stessa, ulteriormente più lontani degli ultimi binari anzidetti. Non credevamo che da “ultimi” potessero declassarci ad “ultimissimi”! Tuttavia, al di là delle battute, bisogna rilevare e porre all’attenzione delle Istituzioni che il percorso che è costretto a compiere il viaggiatore abruzzese, approdando o dovendo raggiungere questi due nuovi binari di “Piazzale Est”, è un’avventura della durata che può variare dai 7-8 minuti a passo veloce ai 12-15 a passo normale; la distanza con l’uscita della Stazione e con la Metro B è di quasi mezzo chilometro; il tratto è assolutamente sprovvisto della benché minima infrastruttura per disabili; una rampa di più di trenta scalini immette in uno stretto budello che a sua volta sfocia nel sottopasso ove confluiscono le uscite di tutti e 25 i binari; le più elementari norme di sicurezza non sono in alcun modo garantite. Una situazione assurda, sconfortante, direi castigante e persecutoria dei diritti di noi viaggiatori abruzzesi che pur paghiamo i biglietti a prezzo pieno e pur zittiamo ad ogni aumento delle tariffe (uno dei quali è avvenuto proprio a novembre 2011)! Abbiamo sperato, in occasione dell’ultimo rinnovo degli orari lo scorso 11 dicembre, che un Suo deciso intervento, caro Assessore, al di là dei “bei propositi” che tutti abbiamo letto ed apprezzato nel cosiddetto “Protocollo d’Intesa” tra la Regione Abruzzo e la Regione Lazio, potesse apportare qualche lieve miglioramento alla situazione disastrosa dei ritardi e dei disservizi quotidiani. Nulla! Paradossalmente questi ritardi e questi disservizi si concentrano soprattutto nel tratto della Linea tra Roma e i Comuni del nostro entroterra (fin verso Celano ed Aielli) e viceversa; nel tratto cioè maggiormente frequentato e praticato sopratutto dai pendolari marsicani (anche perché è rarissimo trovare “eroici” viaggiatori che ardiscano avventurarsi a compiere un viaggio di circa 200 km, Roma-Pescara, in 5 ore). Ed è paradossale come gran parte delle lunghe attese dei nostri treni, e quindi dell’accumulo dei ritardi, si verifichi per la sciagurata gestione delle coincidenze del traffico ferroviario proprio nel tratto che, in entrata o in uscita da Roma Tiburtina, dovrebbe essere agevolato dall’esistenza del doppio binario. In un nostro incontro con il Presidente Chiodi – che legge per conoscenza e al quale va il nostro rispettoso saluto – lo scorso fine ottobre, auspicammo anche una sua autorevole parola per sollecitare un minimo di “buona volontà” presso i tecnici di Trenitalia Abruzzo nel ritoccare, secondo un criterio di razionalità, le innumerevoli imperfezioni degli orari e delle coincidenze che generano l’allungamento dei tempi di percorrenza e i progressivi ritardi a catena. Nulla! Come è possibile che negli ultimi dieci anni il tempo di percorrenza della tratta Roma-Tagliacozzo (ad esempio) sia stato allungato di più di 25 minuti? Come è possibile che se nel 2001 si impiegava circa un’ora e mezza per compiere 90 km di ferrovia, ora si impieghino quasi due ore? Alcuni esempi di mala gestione: il Treno R 2376, in partenza da Roma Tiburtina, lo scorso mese di dicembre, al rinnovo degli orari, è stato anticipato dalle ore 18.35 alle ore 18.27 (circa 8 minuti che costituiscono un notevole disagio per i molti pendolari che, a chiusura degli uffici, riprendono il treno per tornare nell’entroterra abruzzese). Orbene, esso compie un percorso di pochi chilometri e, precisamente nella stazione di Bagni di Tivoli, rimane fermo per più di 10 minuti in attesa di una coincidenza che quasi mai giunge in orario! Perché anticipare di 8 minuti la partenza dalla stazione Tiburtina se poi il treno deve attenderne più di dieci presso un’altra stazione distante poco meno 20 chilometri? Perché lo stesso treno, carico di pendolari, giungendo presso la stazione di Colli di Montebove all’incirca verso le 20.00 deve sostare altri lunghi minuti per agevolare la coincidenza con un altro treno ivi transitante verso Roma completamente vuoto? Perché in poco meno di due ore (e precisamente tra le 17.05 e le 18.50) sono in partenza da Roma n. 4 treni i cui tempi di percorrenza (per i primi 100 km – fino alla Marsica) superano le 2 ore? Non sarebbe più logico e dignitoso ed economico ridurre le corse a due e magari accorciare i tempi di percorrenza? Tutto sarebbe possibile con un po’ di buona volontà sia da parte dei politici che da parte del personale di Trenitalia preposto. Il politico infatti, caro Assessore, è chiamato a risolvere i problemi del cittadino non a soggiacere alle consuete difficoltà che usa frapporre il tecnico-burocrate… in qualsiasi ambito esse problematiche ostacolino i sacrosanti diritti dei cittadini! In questi ultimi giorni poi, solo per la cronaca, si registrano: l’interpellanza dei parlamentari D’Amico e Di Pangrazio in merito alle precarissime condizioni igieniche sui treni della tratta Roma Pescara; i cronici e quotidiani ritardi del treno R 2371; l’inizio della quotidianità dei ritardi del treno R 3379 (10 minuti il 19/1; 15 minuti il 20/1; 25 minuti il 23/1 e 35 muniti il 24/1); la soppressione dei treni R 24007 e R 24009 il 24/1… e questa è solo uno stralcio di ciò che noi dobbiamo sopportare quotidianamente. Non sarebbe il caso, caro Assessore, di cominciare ad usare un po’ di severità per imporre la risoluzione di qualche problema ed alleviare minimamente gli enormi disagi? Nell’incontro del settembre scorso, Ella ci disse che poco conosceva della Linea ferroviaria Roma-Pescara e quindi Le risultavano molto graditi i suggerimenti e le proposte di chi usualmente la percorreva (cosa che noi pendolari abbiamo più volte fatto). Non sarebbe il caso che Ella, nella qualità di Assessore ai Trasporti, cominci ad acquisire un po’ più di conoscenza diretta delle tantissime problematiche di questa che è la tratta ferroviaria più importante della nostra Regione? Non sarebbe il caso di cominciare seriamente a porre rimedio agli esasperanti disservizi? Si compiaccia, illustre e caro Assessore, in virtù del mandato che noi elettori Le abbiamo affidato eleggendola al Consiglio regionale e dell’ulteriore importante responsabilità delegataLe dall’On. Presidente, di dare risposta a questi interrogativi e di accogliere questa “supplica”, affinché già dal prossimo rinnovo degli orari previsto per giugno si abbiano gli auspicati miglioramenti! Per la dignità di noi cittadini e per la dignità della nostra Regione Abruzzo!”.