Trasacco. Sono passati due anni da quando Pietro Taricone è scomparso. Amici, parenti e fan lo ricordano come :“O’ guerriero”,come lui stesso si faceva chiamare. Il ragazzo che era riuscito a stupire tutti, che si era allontanato dal “facile successo”, che aveva studiato e lavorato sodo per riuscire a realizzare il suo sogno che nutriva fin da bambino. Diventato “vip” troppo facilmente, Pietro aveva saputo rimboccarsi le maniche e lavorare sodo per
raggiungere il suo obiettivo e far riconoscere il suo talento. Tutto questo, purtroppo, è durato poco. E’ stato un tragico incidente a spezzare le ali del guerriero, le stesse che lo avevano portato a realizzare la sua vita desiderata da sempre. Taricone è rimasto gravemente ferito in seguito ad un incidente con il paracadute che gli ha provocato gravi lesioni e fratture alle gambe e al bacino. L’attore aveva riscontrato traumi alla testa e all’addome. Nove ore di operazione non sono servite. La morte dell’attore,inaspettata, è arrivata senza che lui avesse ripreso conoscenza prima del decesso. In ospedale, con lui, la moglie Kasia Smutniak, che si era lanciata dopo di lui con il paracadute dallo stesso aereo. La Polizia di Terni ha a lungo indagato sulle probabili cause dell’incidente paracadutistico nel quale è morto Pietro. Le ipotesi prese maggiormente in considerazione sono quelle di un errore nella fase di frenata. Pietro lascia così la compagna e attrice polacca Kasia Smutniak e la loro figlia, la piccola Sophie, nata dalla loro unione, il 4 settembre 2004. Oggi, al secondo anniversario della morte dell’attore, molti fan sulla sua pagina di Facebook lo ricordano così: “A te che vivi tra le nuvole e brilli più di ogni stella..Ciao Pietro..”. “Ciao Pietro, ora sarai l’angelo della tua bambina, riposa in pace”. Lo vogliamo ricordare così “O’ guerriero”: altruista, combattivo nell’animo,impulsivo e coraggioso. CasaPound Italia e il Gruppo Istinto Rapace, il gruppo di paracadutismo sportivo della stessa associazione Casa Pound, vogliono ricordarlo e rendere il loro omaggio a Pietro. A lui che si è avvicinato al loro movimento con curiosità e passione, rendendo accessibile uno sport così costoso a tutti, grazie al suo desiderio e alla sua voglia di condividere la passione della sua vita. La stessa passione che l’ha portato via, quel maledetto 29 giugno. Giulia Antenucci