Avezzano. Hanno patteggiato una pena di un anno e otto mesi di reclusione oltre a 30mila euro di multa. Si tratta di due dei 22 imputati rimasti coinvolti nella vicenda riguardante un presunto traffico di stranieri nella Marsica. Gioacchino Ciocci e Quirino Massaro D’Alò, entrambi di Luco hanno patteggiato davanti al giudice per l’udienza preliminare, Mara Proia. Per altre venti persone il pubblico ministero Maurizio Maria Cerrato ha già richiesto ad aprile il rinvio a giudizio.
Il gup Proia, alla luce del patteggiamento, ha presentato come da procedura una dichiarazione di astensione e quindi ora dovrà essere accettata o meno dal presidente del tribunale di Avezzano. La decisione sarà presa nell’udienza del 17 settembre.
Gli accusati per reati che vanno dal favoreggiamento all’immigrazione clandestina alla truffa ai danni dello Stato sono Augusto Cicchinelli, imprenditore di Trasacco, Francesco Papa di Roma, Attilio Cicchinelli, di Trasacco, Gianfelice Angelone di Avezzano, Mohammed El Adouy, Mohammed Ari, Said Yatimenabi, Otman Yatimenabi, Laamiri Jabbari, tutti residenti ad Avezzano e Luco dei Marsi, Giuseppe Antonini di Avezzano, Giuseppe Stornelli di Avezzano, Pasquale Salvati di Trasacco, Francesco Cafiero, 25enne di Celano, Ugo Lucio Perrotta di Celano, Angelo Catarinacci di Luco, Giuseppe Di Fabio di Lecce nei Marsi, Antonio Troiani di Lecce nei Marsi, Mario Morgante di Celano, Franco Di Fonzo di Lecce e Francesco (Franco) Cafiero, 75 anni, di Celano.
L’accusatore, uno degli stranieri, si è dichiarato parte lesa. Si tratta di un giovane di origini marocchine che ha raccontato di aver partecipato a dei corsi che avvenivano in Marocco e di aver pagato quasi 6mila euro per ottenere la certificazione. Poi è arrivato in Italia dove doveva essere assunto a seguito della qualifica, ma ciò non è avvenuto. Per tale motivo il giovane, difeso dall’avvocato Raffaele Mezzoni, si è costituito parte civile e il gup ieri mattina ha accolto l’istanza.
Secondo l’accusa, questi giovani marocchini, pagavano tali somme, fino a 11mila euro, per poter arrivare in Italia attraverso false domande di assunzione di imprenditori agricoli compiacenti. Tutto ciò dopo aver frequentato i corsi finanziati dall’Unione europea.
Nell’indagine, svolta dagli agenti della questura dell’Aquila, sono state utilizzate anche intercettazioni telefoniche e ambientali. Le indagini, che fanno riferimento a presunti reati compiuti tra il 2012 e il 2014, sono state coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia. Secondo la Procura, Augusto e Attilio Cicchinelli avrebbero messo in atto un “fraudolento ottenimento del finanziamento europeo dell’importo complessivo di 200mila euro con la presentazione di un progetto di integrazione”. Tutto ciò anche grazie alla presentazione di «istanze di nullaosta per i fondi ottenuti grazie a datori di lavoro compiacenti che promettevano di superare in modo fittizio la quota del 50% di extracomunitari avviati a dei corsi». Nel collegio difensivo gli avvocati Mario Flammini, Mauro Ceci, Franco Colucci, Stefano Guanciale, Chiara Di Fonzo, Alessia Fonzi, Pietro Chichiarelli.