Avezzano. Avevano attivato un traffico di stranieri, offrendo loro la promessa di posti di lavoro in cambio di 5-7mila euro a testa. Ma spesso la promessa veniva disattesa o gli stranieri erano costretti a lavorare con salari da fame, sfruttati oppure costretti a spacciare droga per vivere. Con questa accusa erano finiti sotto processo 30 persone di cui 12 assolte e 18 condannate in Corte d’assise con pene che andavano da sette anni e mezzo fino a tre anni e multe fino a oltre un milione di euro.
Ora la Corte d’assise d’appello dell’Aquila ha rimodulato le pene nei confronto degli imputati, coinvolti a vario titolo in un’inchiesta riguardante il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina nel Fucino. In 9 sono stati condannati, mentre per tutti gli altri è arrivata l’assoluzione. I reati contestati andavano dall’associazione a delinquere finalizzata all’immigrazione clandestina fino alla truffa e al falso ideologico. È stato escluso il fatto che il favoreggiamento dell’immigrazione avvenisse a fini di lucro e per tale motivo le pene sono state ridimensionate.
Le condanne, a vario titolo e solo per alcuni capi d’imputazione (per altri capi sono stati assolti), sono state emesse nei confronti di Luigi D’Apice, presidente dell’Opoa Marsica (Organizzazione di produttori ortofrutticoli) e presidente della Fucense Calcio. È stato condannato a 4 anni e 11 mesi di reclusione e 665mila euro di multa. Sia l’Opoa che la società sportiva sono estranee e non coinvolte nella vicenda. Le altre condanne riguardano Giampiero Paris e Simone Ciccarelli (4 anni e 5 mesi di reclusione e 185mila euro di multa), Rachid Errahmany, Boubker Errahmany (5 anni e 10 mesi di reclusione e 190mila euro di multa), Bouzekri Aaris e Abderrahman Aaris (5 anni e 8 mesi e di reclusione 670mila euro di multa), Mohamed El Yousfi, Driss Motahir (5 anni e 2 mesi e di reclusione 670mila euro di multa).
La sentenza ha trasformato da perpetua a temporanea, per la durata di 5 anni, la pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici applicata a Paris, Ciccarelli e D’Apice. A tutti e tre è stata infine eliminata la pena accessoria della interdizione legale.
Condannati, infine i due fratelli Aaris, El Yousfi, Motahir e D’Apice al pagamento in favore della parte civile Abdelileh Naghmouch, difesa dagli avvocati Luca e Pasquale Motta, della somma di 5mila euro a titolo di provvisionale. Il collegio difensivo era composto dagli avvocati Antonio Milo, Roberto Verdecchia, Antonio Pascale, Domenicantonio Angeloni, Sandro Gallese e Mauro Ceci. L’avvocato Milo, difensore di D’Apice, ha parlato di “sentenza iniqua che condanna un uomo perbene e uno degli imprenditori più importanti in Europa senza uno straccio di prova. La Cassazione saprà affermare il primato dei fatti sulle ipotesi”. Tra gli assolti ci sono i fratelli Smail e Mohammed Kaddour, accusati di fare parte dell’associazione poiché gestori di un’agenzia di pratiche per i permessi di soggiorno. Per loro, difesi dall’avvocato Mario Del Pretaro, è stata emessa sentenza di assoluzione poiché risultati estranei ai fatti.