Accusati di associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga in che aveva portato all’arresto di otto persone per una vicenda di droga e armi. Sono però stati prosciolti dal giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Potenza. Si tratta di quattro persone residenti nella Marsica, Antonio Massei, 49 anni, Marcella Incarnati (43), di Avezzano, Rachid Ananaa (37), Maria Zyati (39) di origine marocchina. I fatti hanno avuto inizio a giugno del 2017.
I provvedimenti sono stati emessi dal gip di Potenza Rosa Maria Verrastro il 21 giugno dello scorso anno. Tutto era nato da una perquisizione avvenuto a luglio del 2017 nei pressi dell’autogrill di Brecciarola, sull’A25, in cui furono sequestrati quattro chili e mezzo di cocaina. Dagli accertamenti degli agenti della Guardia di finanza di Potenza, quella droga era destinata al cartello di Potenza.
Le indagini parlano di “un apparato organizzativo connotato da una solida struttura che poteva contare su una fitta rete di collaboratori, intermediari, fornitori e corrieri”. A capo della struttura, che si approvvigionava di droga anche all’estero da alcuni fornitori marocchini, ci sarebbe stato Saverio Riviezzi, più conosciuto come lo “zio”, e imputato per associazione mafiosa anche nel processo al maxi-clan dei basilischi. Secondo l’accusa, “sulla base della ricostruzione investigativa, la dotazione di armi da parte del sodalizio rientrava a pieno titolo nella strategia mafiosa a cui appaiono ispirate le sue dinamiche”.
Nel corso delle intercettazioni, fra l’altro, era stata captata una conversazione in cui proprio l’intermediario napoletano per la fornitura della pistole richiamava l’attenzione del suo interlocutore, braccio destro del capo del sodalizio, sulla necessità di imporre una strategia del terrore: “ci stanno momenti che tu devi imporre il terrore”.
Durante le indagini sono stati sequestrati circa sette chili e mezzo di cocaina in arrivo dalla Germania e dalla Campania che sul mercato avrebbero fruttato attorno ai 200mila euro. Per i quattro accusati della Marsica era stato chiesto il rinvio a giudizio, ma sono stati prosciolti dal gup Lucio Setola insieme ad altre tre persone coinvolte, perché il fatto non sussiste. E’ stato dimostrato che non ci sono certezze del collegamento della partita di droga con il gruppo criminale di Potenza. Quindi nonè detto che quella droga fosse destinata a Potenza. Secondo gli avvocati difensori Pasquale Milo, Sonia Giallonardo e Antonio Pascale, non c’erano indizi a carico degli accusati e per tale motivo il giudice ha scagionato i quattro indagati.