Avezzano. Erano stati arrestati nel corso di un’operazione antidroga. Sono stati condannati dalla corte d’appello. Secondo l’accusa nascondevano la cocaina tra i campi del Fucino ma lo scopo era quello di ingrandire il business della droga verso il Frusinate e il Lazio. La Corte d’Appello dell’Aquila ha confermato in parte le sentenze a loro carico
Abderrazzak Nassite (35), marocchino residente nella Marsica, e Paolo Candelora (42), di origini partenopee nella sentenza di primo grado, a seguito del giudizio abbreviato richiesto dalla difesa, erano stati condannati dal giudice Anna Carla Mastelli che aveva accolto la richiesta del pubblico ministero Lara Seccacini a sei anni e quattro mesi di reclusione e a 27mila euro di multa il primo e a quattro anni e sei mesi l’italiano.
Le indagini sono state eseguite dall’allora Corpo Forestale dello Stato, ora carabinieri forestali. I fatti erano avvenuti nella Piana del Fucino dove i due accusati avevano nascosto tra la vegetazione nei mesi di gennaio e di aprile 2014 ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti, in particolare cocaina e hashish. La droga era stata lasciata per poi essere ripresa successivamente tra Strada 2 e Strada 5, nei pressi del vecchio inceneritore. Svariate sono le contestazioni e tanti sono stati i sequestri della sostanza stupefacente nel corso delle indagini.
Gli accertamenti investigativi si sono conclusi a maggio 2017 con l’operazione Lady Oscar che ha portato all’arresto di diverse persone. Per i due, difesi dagli avvocati Roberto Verdecchia e Pasquale Milo, c’è stata la prima condanna ad Avezzano e ora quella di secondo grado all’Aquila. La Corte d’Appello (presidente Servino, relatore Grimaldi) ha però rideterminato la pena per il marocchino riducendola di quasi due anni ma ha aggravando la condanna a Candelora che non solo si è visto confermare la pena inflitta in primo grado, ma ha subito la revoca di tutti i benefici della sospensione condizionale, ottenuti nelle condanne precedenti.