Avezzano. Arrivano nuovi interinali nei corridoi di LFoundry. Dopo la polemica che ha accompagnato l’uscita di scena dei 53 dipendenti (27 per l’azienda) di un’agenzia interinale che operava all’interno dello stabilimento del nucleo industriale della città, i vertici del sito hanno siglato un nuovo contratto riaprendo le porte a nuovi interinali. Nello specifico i lavoratori, impiegati per lo più nelle mansioni di carrellisti e di operai, sono stati assunti dall’agenzia interinale Openjobmetis. LFoundry, infatti, oltre ad avere più di 1.400 lavoratori dipendenti si avvale della collaborazione di diverse ditte appaltatrici per gestire i vari servizi che vanno, per esempio, dalle pulizie alla sicurezza, fino agli operai della catena di produzione.
Da sempre, quindi, ogni mattina i cancelli dell’azienda si aprono per centinaia e centinaia di persone che, pur non essendo dipendenti diretti di LFoundry, lavorano all’interno del sito. A settembre è scaduto un contratto con una delle tante ditte esterne e tutti gli operai legati a quell’appalto sono stati mandati a casa. La notizia ha fatto il giro dell’Italia perché le organizzazioni sindacali hanno denunciato delle modalità non consuete – il tutto venne comunicato con un messaggio sulla chat di What app, anche se secondo i vertici aziendali erano stati tutti chiamati al telefono – creando parecchi malumori.
A distanza di qualche settimana, mentre è stata annunciato il calo delle commesse dovuto alla guerra dei dazi tra America e Cina, ma anche all’aumento delle materie prime come gas e silicio e alle problematiche legate all’aggiornamento del software, in azienda è tornato un nutrito gruppo di interinali impiegati sempre nelle mansioni di carrellisti e operai. Si tratta per lo più di dipendenti che già avevano avuto un’esperienza in LFoundry ma con un contratto legato a un’altra agenzia internale, la ManpowerGroup, che all’epoca gestiva l’appalto.
Di fatto quindi c’è stato semplicemente un cambio di guardia che è stato dettato non solo dalla scadenza del contratto ma anche dalle difficoltà riscontrate nell’interpretazione del “Decreto dignità”. Attualmente in azienda sono rientrati circa 50 interinali, gran parte dei quali già con una collaborazione alle spalle, che non verranno coinvolti nella flessione dell’orario di lavoro prevista dal primo dicembre con l’entrata in vigore dei contratti di solidarietà.