E’ finita con un lieto fine l’odissea della mamma marsicana del bambino immunodepresso guarito dalla leucemia ma che non poteva andare a scuola a causa di alcuni alunni non vaccinati. Il rischio era troppo alto e la vicenda alcuni giorni fa è diventata un caso nazionale. La disavventura senza fine e incredibile capitata alla mamma di origini tagliacozzane, ha scosso l’opinione pubblica.
Finalmente, dopo una lunga battaglia sociale e legale, il bambino di 7 anni immunodepresso che, pur avendo sconfitto la leucemia, era costretto a stare a casa per via di alcuni suoi compagni di classe non in regola con le vaccinazioni, è tornato tra i banchi di scuola. Al momento, infatti, nella sua classe tutti i compagni risultano in regola e nell’istituto c’è solo un alunno che deve perfezionare l’iter. Il bambino è arrivato intorno alle 9.30, in grembiule blu, mascherina sul viso e cappellino di lana. Un sorriso contento e insieme imbarazzato per tutto l’interesse che la sua vicenda ha creato. E il segno di vittoria con indice e medio alzati.
«Il rientro andato bene, come da protocollo concordato con i medici Asl il bimbo è entrato un po’ dopo per evitare la calca all’ingresso”, ha spiegato il legale della famiglia del bimbo Gianpiero Scardone, “gli hanno dedicato un bagnetto tutto per lui. Lui userà la mascherina e farà orario ridotto, ma la buona notizia è che si è reinserito. I compagni di classe gli hanno anche fatto trovare un palloncino di bentornato».
«Alla fine ce l’abbiamo fatta, non mi sembra ancora vero”, ha affermato la mamma, “dice quasi incredula Sara davanti al cancello della scuola di via Bobbio a San Giovanni -. Siamo felici di essere riusciti a riportarlo in classe. Anche se è stato più faticoso del previsto». Nonostante la vicenda fosse risolta, i novax hanno pubblicato nei giorni scorsi su Facebook nomi e cognomi dei genitori e dello zio, accusandoli di aver preso soldi per difendere i vaccini. E’ capitato anche questo.