Avezzano. Sui social c’era anche chi ironizzava: “Tanto non li prenderanno mai”. Uno viveva in un vecchio mulino, uno faceva traduzioni. “Vite” ascoltate ai telefoni o su internet, in attesa che il governo francese desse il via per farli arrestare.
A capo della sezione Catturandi del nucleo investigativo dei carabinieri del comando di Milano, insieme ai suoi uomini, a raccogliere informazioni su Pietrostefani (abruzzese, dell’Aquila), Cappelli, Petrella, Calvitti, Alimonti, Tornaghi e Manenti, c’era un giovane ufficiale di origine abruzzese.
È il capitano dell’Arma Enrico Santurri, di origine avezzanese. Ha solo trent’anni ma la sua è già una brillante e promettente carriera.
L’ufficiale ha partecipato attivamente a un’operazione di cui abbiamo letto da uno dei giornalisti più famosi d’Italia, Mario Calabresi, orfano di una delle vittime del terrorismo rosso, che a caldo ha commentato “non devono esistere zone franche per chi ha ucciso”.
“La giustizia è stata finalmente rispettata”, ha scritto Calabresi dopo l’arresto dei sette terroristi che vivevano in Francia, “ma non riesco a provare soddisfazione nel vedere una persona vecchia e malata in carcere dopo così tanto tempo”. Da tanto, troppo tempo, l’Italia e gli italiani chiedevano questi arresti, proprio come sottolineato dal presidente francese Macron.
I genitori del capitano Santurri vivono ancora ad Avezzano: il padre, originario di Silvi, Adolfo Santurri, è un funzionario di polizia locale di Roma Capitale, la madre, ortucchiese, la dottoressa Italia Galassi, è uno dei dirigenti medici in servizio alla direzione sanitaria dell’ospedale SS. Filippo e Nicola.
Nato a Roma nel 1991, Santurri si è trasferito con la famiglia ad Avezzano, quando aveva tre anni.
La scuola l’ha iniziata all’istituto Sacro Cuore. Dopo il diploma conseguito al liceo scientifico Vitruvio Pollione, ha frequentato la Scuola Militare Nunziatella di Napoli, l’Accademia Militare di Modena e poi la Scuola Ufficiali Carabinieri di Roma.
Nel 2015 si è laureato in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Tor Vergata e dopo quattri anni, nella stessa Università, ha conseguito la laurea Magistrale in Scienze della Sicurezza Interna ed Esterna .
Dopo la formazione nell’Arma, con il grado di tenente è stato destinato al comando della compagnia dei carabinieri di Catania ‘Fontana Rossa’ e già in quell’incarico il suo nome è finito sulla cronaca nazionale, per aver condotto l’operazione “Km 0” con l’arresto di spacciatori che obbligavano al crimine anche un bambino di soli sei anni.
Nel 2016 ha ricevuto da Pietro Borbone Duca di Calabria, la medaglia di benemerenza giubilare in argento.
Diventato capitano, a settembre del 2019, è stato assegnato al nucleo investigativo ‘Sezione Catturandi’ di Milano e insieme ai suoi militari è stato protagonista dell’arresto di un latitante, “la preside regina, una vicenda molto seguita per aver riscosso grande interesse mediatico dopo un servizio de ‘Le Iene’.
Ora arriva la soddisfazione di essere stato parte attiva di un’operazione Antiterrorismo, che ha scritto una nuova e indelebile pagina della Storia dell’Italia.
L’articolo degli arresti:
Arrestati in Francia 7 terroristi rossi: c’è anche l’aquilano Pietrostefani (Lotta Continua)