L’Aquila. Faccia a faccia Chiodi Letta sul futuro dell’Abruzzo. “Ho rappresentato al Presidente del Consiglio, Enrico Letta, la situazione in cui si trova il processo di ricostruzione della città dell’Aquila e degli altri comuni colpiti dal terremoto del 6 aprile 2009”, ha spiegato il presidente della Regione al termine dell’incontro, “con decisione ho portato la sua attenzione sulle mie forti preoccupazioni in relazione al possibile ed inaccettabile allungarsi dei processi di ricostruzione, con conseguenze disastrose di ordine sociale ed economico per i cittadini abruzzesi interessati, anche alla luce delle azioni politiche sino ad oggi messe in piedi che sono state oltremodo fallimentari. I motivi del rallentamento attengono due profili: quello delle procedure, sempre più inidonee ad essere in linea con le esigenze dei cittadini, e quello del rifinanziamento della ricostruzione a partire dal 2014. Ho evidenziato, in particolare, la situazione di stallo delle procedure, dovuta alla realizzata volontà di cambiare le regole in corso. Tale stallo, iniziato quasi un anno fa e dovuto esclusivamente a questioni di carattere politico e non tecnico, rischia oggi di gettare nello sconforto i cittadini e di cancellare ogni speranza di rivedere ricostruite le città terremotate dell’Abruzzo in tempi ragionevoli. I nuovi uffici stanno partendo, con molte oggettive difficoltà, solo da qualche settimana, le risorse sono scarse e arrivano con il contagocce, molti fondi programmati e stanziati rischiano di tornare indietro perché la burocrazia e le nuove responsabilità amministrative stentano ad entrare nel merito dei problemi. Su questo ho invitato i governo a fare una riflessione serie e attenta, verificando l’adeguatezza dell’apparato soprattutto in relazione alla sua capacità di rispondere celermente e efficacemente ai bisogni dei cittadini. Bisogna riflettere sulla necessità di accelerare l’entrata a regime dei nuovi uffici, ampliare la quantità dei progetti da verificare, apportare ogni utile correzione alla macchina tecnico-amministrativa e prendere con decisione atto della più importante delle questioni: quella di natura finanziaria. Ed infatti, la cosa su cui deve impegnarsi il governo nazionale, è
garantire risorse certe e costanti per i prossimi anni, dopo che quelle stanziate con il governo Berlusconi si stanno per esaurire dopo aver garantito la prima emergenza e la ricostruzione fuori i centri storici. Proprio per questo, mi sono fatto anche portatore della volontà politica del Presidente del Popolo della Libertà, Silvio Berlusconi, che nei giorni scorsi ha voluto evidenziare la necessità di rimettere al centro la questione della ricostruzione dell’Abruzzo, con il conseguente obbligo di individuare risorse per almeno un miliardo di euro l’anno. Ho ribadito al Presidente Letta che le previsioni di spesa e di copertura finanziaria in discussione al Senato della Repubblica sono assolutamente insufficienti e, per alcuni versi, offensive rispetto a chi ha subito una tragedia come quella del 6 aprile 2009 e si aspetta in tempi ragionevolmente brevi di tornare a casa. Se dovessero essere mantenute quelle previsioni la ricostruzione durerebbe cinquanta anni, avendo previsto una spessa complessiva per la ricostruzione dei centri storici intorno ai dieci miliardi di euro. Non è possibile che la burocrazia centrale tratti la ricostruzione dei centri gravemente danneggiati da uno dei più devastanti terremoti degli ultimi anni in Italia, come questione ordinaria, limitandosi a verificare freddamente la quadratura ragionieristica delle relative spese. Ci sono ancora migliaia di persone che attendono di rientrare a casa e di riavere i centri storici delle loro città e dei loro borghi. Ottenere il miliardo di euro l’anno, non solo potrebbe permetterci di procedere speditamente e con certezza nel recupero materiale ed economico dei territori colpiti, ma consentirebbe altresì di risolvere alcune questioni lasciate aperte dal precedente governo come quella delle seconde case dei centri storici diversi da quello de L’Aquila. Il Presidente Letta ha mostrato grande attenzione sui temi che ho ritenuto di sottoporgli. Il suo impegno è stato quello di coinvolgere il governo sui temi che gli ho posto e di essere assolutamente disponibile ad ogni correttivo ritenuto utile a velocizzare la ricostruzione.Sul tema delle risorse mi ha evidenziato la difficoltà di reperire le somme necessarie, pur riferendo di non sapere che l’attuale stanziamento previsto nell’emendamento in discussione avrebbe come conseguenza l’allungamento improponibile dei tempi della ricostruzione.Il Presidente Letta si è però mostrato ottimista, confidando nell’allentamento dei vincoli europei e, quindi, nella possibilità che per l’anno prossimo possano essere individuate le relative risorse. Ne a me, ne a nessun altro, ha parlato di tempi precisi, ma si è mostrato disponibile a lavorare insieme per reperire, in termini di risorse, quanto necessario per affrontare la ricostruzione nei tempi sino ad oggi programmati”.