Ortucchio. Cento anni fa, il 13 gennaio 1915, la nostra terra è stata devastata da quello che i romani non avrebbero esitato a definire abominandi terrae motus. Una terra, già profondamente trasformata dall’opera di Alessandro Torlonia, si ritrova ad essere, a pochi mesi dall’inizio della primo conflitto mondiale, un enorme ammasso di macerie. Ortucchio vede stroncate d’un tratto le vite della maggior parte dei suoi abitanti, il patrimonio di cultura e tradizione cancellato con un colpo di spugna dal crollo della Chiesa di San Rocco che seppellì più di quattrocento persone, la gran parte donne. TerraeMotus apre piccoli squarci nel tempo per vedere ciò che era, per capire cosa accadde, per riflettere sul concetto di memoria, in qualche caso anche con leggerezza. Vi aspettiamo al castello Piccolomini di Ortucchio dal 2 al 30 agosto per accompagnarvi in questo viaggio: 2 agosto, ore 18, “I tesori di San Rocco e Sant’Orante”, inaugurazione della mostra fotografica sulle opere ospitate fino al 1015 nelle due chiese ortucchiesi; 8 agosto, ore 18, “L’Orto dell’Arte”, inaugurazione della quarta edizione della mostra d’arte a cura di Lea Contestabile, Marcello Gallucci e Carlo Nannicola; 9 agosto, ore 18, “Le tracce del terremoto del 1915 nel paesaggio naturale e nel costruito”, intervento a cura di Fabrizio Galadini (dirigente di ricerca Ingv) sulla dinamica del terremoto del 1915; 19 agosto, ore 21.30, “Don Raffaele. Presente e passato”, spettacolo teatrale a cura della Compagnia Teatrabile; 21 agosto, ore 22, “Rock the Castle. Episodio V” – “Marsi Django Manouche”, musica dal vivo; 23 agosto, ore 18.30, “Il naturale processo di eliminazione”, presentazione del romanzo d’esordio della scrittrice Tamara Macera.