Avezzano. E’ compatta l’opposizione di Avezzano contro il progetto che prevede la realizzazione del tempio crematorio nel terreno adiacente al cimitero comunale. Sperano di poter arrivare a una mobilitazione popolare e a un coinvolgimento della città, di residenti, imprenditori e associazioni. Lamentano tempi troppo brevi dettati dalla maggioranza per l’approvazione, oltre a una carenza di informazioni riguardo alle specifiche tecniche dell’impianto. Ma il problema, a quanto pare, non sarebbe solo di impatto ambientale e del rischio di inquinamento, ma anche di carattere sociale e commerciale. Si parla infatti di una struttura che a pieno regime dovrebbe bruciare diverse migliaia di salme ogni anno, con una serie di risvolti ancora poco prevedibili. Fatto sta che la conferenza stampa della minoranza arriva a solo dopo l’approvazione a maggioranza in consiglio comunale, avvenuta ormai 15 giorni fa. Ora manca l’ok degli organi che valutano soltanto la regolarità da un punto di vista ambientale, ma non tutti gli altri aspetti. Tante le perplessità messe in campo dai consiglieri di minoranza Tiziano Genovesi, Lorenza Panei, Alfredo Mascigrande e Goffredo Taddei come la presenza nelle vicinanze di un cinema multisala, di una struttura residenziale per anziani e di un’area protetta come quella del Salviano.
Il consigliere Genovesi per descrivere il progetto non usa mezze parole, parlando di “un’opera altamente impattante a livello sociale”. “Non abbiamo avuto il tempo di fare luce su diversi punti dell’opera”, ha spiegato, “ora stia ascoltando la città per aprire una discussione. I benefici che il comune avrà sono troppo residui rispetto ai danni: l’importo economico che andrà al Comune è troppo basso rispetto al danno sociale che sarà causato”. La Panei usa invece un parallelismo con il 2016 ricordando la grande mobilitazimobilitazione popolare e a un coinvolgimento della cittàone contro la mega centrale a biomasse della Powercrop, mai realizzata. “Il sindaco oggi sospeso allora disse un secco no all’impianto”, ha sottolineato, “e in quel frangente vennero ascoltati i cittadini e tutte le parti della società. Anche in questo caso bisognava coinvolgere tutti”.
“Accendere i riflettori su questa vicenda che ha risvolti inquietanti”, Taddei sostiena questa necessità di parlando di “un vero e proprio insediamento industriale all’interno della città impattante dal punto di vista politico, sociale e economico che avrà un risvolto per 30 anni, durata della convenzione”. Mascigrande ha sottolineato di non essere contrario alla pratica della cremazione, aggiungendo però che “è necessaria una vera consultazione comunale, serve una valutazione nel dettaglio”. Ha poi espresso preoccupazione per la questione inquinante: “abbiamo bisogno di rassicurazioni e tranquillità in questo senso”. Proposto dalla società Altair, prevede un investimento privato di oltre 2 milioni e mezzo di euro su un’area di 3mila metri quadrati e 5 posti di lavoro. Nelle casse dell’ente andranno, con una media di 1.200 cremazioni annue al prezzo di 515 euro l’una, circa 60mila euro all’anno. La struttura nascerà nel terreno adiacente al cimitero comunale. La Panei ha poi attaccato il consigliere Antonio Del Boccio che in consiglio, nel suo intervento, aveva ironizzato affermando: “Se troveremo i denti d’oro delle salme ci ricacceremo qualcosa per il Comune”. Le battute”, ha sbottato la Panei, “può farle a casa sua”. Lo ha accusato poi di aver creato allarme quando in consiglio Del Boccio ha parlato di “emissioni di altre aziende che si trovano a un tiro di sasso” e di “tante cose che non posso neanche dire”. Ricopre un ruolo per il quale non deve fare trasparire paura tra i cittadini”, ha detto la Panei,” e per questo ho tentato di bloccare quell’intervento”.