Avezzano. I dipendenti della Vesuvius chiedono l’istituzione di un tavolo sindacale nazionale per affrontare la vertenza e la delocalizzazione della produzione. I siti Vesuvius di Avezzano, Genova e Cagliari hanno chiesto all’azienda per iniziare a far chiarezza sul futuro dell’attività produttiva. Con la riorganizzazione messa in atto dalla multinazionale con sede a Londra sono venute meno le certezze per i lavoratori. Nonostante la politica di accentramento delle fabbriche da parte della Vesuvius fosse chiara già da tempo i vertici non hanno fornito elementi concreti ai dipendenti sul loro futuro. Per questo gli 83 lavoratori dello stabilimento di Avezzano per un mese hanno occupato lo stabilimento della zona industriale riuscendo poi a strappare alla proprietà la presenza in degli incontri con le istituzioni uno dei quali è previsto per il 4 luglio al ministero dello Sviluppo economico. Nel frattempo i dipendenti del sito marsicano sono tornati al lavoro con la certezza di avere delle risposte in merito agli interrogativi posti all’azienda. La preoccupazione più grande, infatti, è che lo stabilimento possa essere chiuso a vantaggio di altri siti della multinazionale che si trovano nell’Europa dell’Est dove la manodopera costa meno. “Abbiamo chiesto un tavolo sindacale nazionale”, ha commentato Augusto Barile, dipendente della Vesuvius, “l’intento è quello di unirci ai colleghi di Genova, dove c’è la sede amministrativa, e Cagliari, dove si trova un altro stabilimento produttivo, per far valere tutti insieme i nostri diritti e avere risposte concrete”.