L’Aquila. L’aumento delle tasse in Abruzzo sta scatenando commenti, bagarre politica e malcontenti. La percezione nella popolazione è che Il buco nella sanità lo debbano pagare, ingiustamente, i cittadini. L’esecutivo ha approvato l’aumento dell’addizionale Irpef con il nuovo metodo a scaglioni legato al reddito. Ma il presidente Marsilio assicura che la scelta è “equa e responsabile, per 7 abruzzesi su 10 meno tasse o nessun aumento”.
Marsilio pone l’accento sui molteplici motivi che hanno portato la maggioranza alla dura scelta dell’aumento dell’addizionale Irpef. “E’ un quadro economico difficile, che riguarda tutte le regioni, in quanto le finanze pubbliche sono state erose dall’effetto cumulato della pandemia e poi delle guerre, in Ucraina e in Medio Oriente, con un’inflazione che fino a 20 anni fa era sotto il 2%, con aumenti impercettibili e gestibili con la gestione ordinaria, mentre negli ultimi quattro anni il solo effetto inflazione ha eroso il 18% delle disponibilità e alcuni settori, tra cui la sanità, sono molto più colpiti. Solo la bolletta energetica ha inciso per 20 milioni sulla nostra sanità”, ha spiegato il presidente della Regione.
La riforma dell’addizionale Irpef approvata dalla Giunta prevede che a partire dal 2025, vengano introdotte aliquote differenziate per scaglioni di reddito. Una misura che, nelle intenzioni del governo regionale, renderà il sistema fiscale regionale più equo e che, secondo la proiezione realizzata dal MEF, aggiornata alle tendenze demografiche e fiscali, dovrebbe favorire oltre 488.000 contribuenti, pari al 72,23% della popolazione fiscale abruzzese.
Le nuove aliquote IRPEF regionali per il 2025 sono:
• 1,63% per i redditi fino a 28.000 euro
• 3,23% per i redditi tra 28.001 e 50.000 euro
• 3,33% per i redditi superiori a 50.000 euro
Grazie a questa operazione, la Regione stima un maggior gettito di circa 44,7 milioni di euro. “In Abruzzo pagherà di più solo chi può permetterselo”, ha annunciato il Presidente Marsilio, “una scelta concreta per rafforzare i principi di equità e giustizia sociale. Questa riforma dimostra che è possibile coniugare rigore e giustizia sociale. Abbiamo scelto di alleggerire la pressione fiscale su oltre il 70% degli abruzzesi, sostenendo le fasce più fragili, i lavoratori e il ceto medio. L’Abruzzo tutela i più fragili e investe nel futuro. Un fisco più giusto deve essere una realtà concreta per la nostra Regione che ritengo che possa essere comprensibile dalla popolazione abruzzese. Chiediamo oggi un sacrificio solo a chi è in grado di farlo”.
Il presidente si sta facendo promotore di una riforma della ripartizione delle risorse del Fondo sanitario nazionale che attualmente è pro capite e “penalizza regioni come l’Abruzzo con un territorio montuoso e con una bassa densità di popolazione. Con la nuova struttura si prevedono benefici per i redditi medio-bassi: 488.032 contribuenti avranno un vantaggio poiché rispetto al 2024 la pressione fiscale per l’addizionale regionale Irpef diminuirà. L’aliquota scende dal 1,73% all’1,63% per i redditi fino a 28.000 euro.
A titolo esemplificativo, il risparmio stimato è:
• -15 € per un reddito di € 15.000
• -28 € per un reddito di € 28.000
Tra i 488.000 che pagheranno meno o non subiranno aumenti dell’Irpef rientrano ad esempio operai, impiegati, insegnanti e forze dell’ordine, le cui fasce reddituali (tra i 20.000 e i 28.000 euro) saranno tutelate dalla riforma. Il contributo sarà maggiore per chi ha di più: per chi guadagna dai 28 mila euro ai 50 mila euro l’aliquota aumenterà dell’1,50%. Solo chi guadagna oltre i 50.000 € contribuirà con un’aliquota massima del 3,33%”.
Aumento delle tasse, la conferenza di Marsilio peggiora il quadro generale