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Tari 2020 a Carsoli, l’opposizione all’attacco: “pacco” di fine anno, la tariffa rifiuti aumenta del 5,8%

Giulia Antenucci di Giulia Antenucci
31 Dicembre 2020
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Carsoli. “Da tempo veniva sbandierata la riduzione delle tasse e l’efficientamento dei servizi ed, invece, inaspettatamente arriva il pacco (in napoletano “fregatura”) di fine anno 2020”: così il gruppo consiliare Unione Civica per Carsoli attacca l’amministrazione Nazzarro e l’assessore al Bilancio e all’Ambiente in merito alla tariffa rifiuti in discussione al consiglio comunale odierno.

“L’amministrazione Nazzarro e l’assessore al bilancio ed all’ambiente”, si legge nella nota a firma di Domenico D’Antonio, referente del gruppo consiliare l’opposizione, “aumentano i costi complessivi del servizio portandoli da 1.131.827,09€ del 2019 (già esagerati come abbiamo avuto precedentemente modo di scrivere) a ben 1.197.345,38 euro, con uno scostamento di ben 65.518,29 euro pari al 5,78%. La tariffa media passa da 155,48 euro a 161,73 euro per le utenze domestiche con un aumento del 4,02% e da 782,73 euro a ben 862,71 euro per le utenze delle attività con un aumento del 10,22%. Bel modo di sostenere e stare vicini alle nostre attività commerciali e produttive in un momento difficile come questo, nel quale, come risulta dai dati, purtroppo, 24 attività hanno deciso di chiudere definitivamente”.

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“Sembra assurdo che molte attività”, rimarca il gruppo consiliare, “tra cui bar, ristoranti, birrerie, pasticcerie, negozi, ed altri, che, sicuramente, si aspettavano di avere una riduzione della tariffa per essere stati chiusi per lunghi periodi nel 2020, dovranno, invece,  pagare una tariffa maggiorata rispetto al 2019. Sicuramente, capaci come sono a mistificare la realtà anche avvalendosi dei fedelissimi dei social, cercheranno di confondere i cittadini appigliandosi al fatto che i conteggi sono stati effettuati secondo i modelli predisposti dall’Arera, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, non tenendo conto che la stessa con la deliberazione 443 del 31 ottobre 2019 al punto 5 dell’art. 4 (Definizione delle entrate tariffarie) ha stabilito che  le entrate tariffarie  “sono considerate come valori massimi. E’ comunque possibile, in caso di equilibrio economico finanziario della gestione, applicare valori inferiori”.

“Oppure cercheranno di sminuire il tutto affermando che l’aumento non sarà corrisposto in un’unica soluzione ma nei tre esercizi successivi”, precisano, “come stabilito dall’Arera. Ma sono sempre soldi che i cittadini debbono pagare per la loro insipienza ed incapacità gestionale. Oltretutto, l’Arera aveva indicato un limite di maggiorazione della tariffa rispetto al 2019, corrispondente al massimo “alla differenza tra il tasso di inflazione programmata e il miglioramento della produttività”, nel nostro caso pari all’1,6%; ebbene i nostri solerti amministratori, pur di aumentare l’importo complessivo del piano finanziario e di conseguenza delle tariffe, si sono aggrappati ad un presunto “miglioramento delle diverse fasi gestionali e nel contempo dell’introduzione di un sistema di raccolta più razionale ai fini dell’incremento della raccolta differenziata”, aumentando di conseguenza i valori del Perimetro gestionale del 2,5%  e della Qualità delle prestazioni erogate del 2%”.

“Evidentemente i nostri amministratori sono ormai assuefatti ad operare al limite massimo previsto”, conclude il gruppo consiliare Unione Civica per Carsoli, “si sono comportati in tal modo percependo il massimo delle indennità previste dalla legge, lo stanno facendo con la tariffa rifiuti e lo hanno anche fatto convocando il Consiglio comunale per l’approvazione delle tariffe il 31 dicembre 2020, ultimo giorno possibile nonostante l’Arera avesse comunicato che i termini per l’invio dei dati erano aperti dal 3 luglio 2020”.

 

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