Capistrello. Una giornata dedicata alla storia, alla cultura e alla natura nell’ambito dell’iniziativa curata dall’associazione “Amici dell’Emissario” in collaborazione con il comitato “Salviamo la Ferrovia Avezzano Roccasecca” a cui si è aggiunta la nutrita compagine dell’associazione “La Pingaria” di Pescocanale che ha calorosamente accolto con una graditissima colazione le persone giunte nella frazione. Come sempre, non è mancato il contributo organizzativo della sezione “Avis di Capistrello”. I visitatori sono scesi alla stazione di Pescocanale dove, divisi in due gruppi, hanno iniziato l’escursione sull’antico sentiero che collegava il frusinate alla Marsica, attraversando la Valle Roveto. Chi è arrivato la mattina in treno da Avezzano ha potuto percorrere il tratto elicoidale della ferrovia che consente al convoglio di scendere di ben 102 metri di quota in uno spazio molto breve e in larga parte inserito dentro un articolato sistema di gallerie. Lo stesso tratto è stato poi percorso nel pomeriggio da chi invece è tornato a Sora.
Il sentiero conduce sulla sommità dell’arco romano posto sullo sbocco dell’Emissario, che è il pezzo forte dell’opera Claudiana. Per arrivarci si attraversa una rigogliosa vegetazione che si apre all’improvviso sorprendendo il turista che resta ammirato dalla grotta naturale delle “Concarelle” e dal gigantesco blocco calcareo modellato da esperti scalpellini nel I° secolo dopo Cristo, che tutt’ora sovrasta l’Emissario.
La parete verticale del blocco forse era destinata a supportare un’effige commemorativa dell’imperatore ma è assai probabile che a causa dell’irreversibile crisi politica economica in cui versava l’impero, rimase incompiuta.
I turisti, accompagnati dagli “Amici dell’Emissario” hanno ascoltato racconti e aneddoti di un passato che si respira ad ogni passo. Camminare tra i ruderi di antichi mulini la cui esistenza affonda nelle pieghe del tempo e tra le possenti mura della vecchia centrale elettrica, costruita dopo il definitivo prosciugamento del lago Fucino, alla fine dell’800, è un’esperienza che vale la pena fare, tanta è la concentrazione di storia che attraversa ben duemila anni in un contesto naturalistico particolare per via di un microclima unico che favorisce la diffusione di piante autoctone.
Al termine della passeggiata diversi visitatori hanno scelto di restare a pranzo in alcuni ristoranti del posto che hanno proposto un menù turistico per l’occasione.
La mission degli Amici dell’Emissario è preservare l’opera romana attraverso una mirata promozione del territorio, in stretta sinergia con tutte le associazioni del paese, contando sulla sensibilità delle istituzioni.
Oggi più che mai c’è grande consapevolezza sul valore di queste iniziative come innesco volto ad avviare un importante volano per dare impulso ad un’economia a basso costo, sostenibile e soprattutto, orientata a creare senso di appartenenza fra tutti gli attori in campo.