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Taglio del nastro per Fragmenta Historiae Marsorum, c’è tempo fino al 17 per visitare la mostra storica

Federico Falcone di Federico Falcone
14 Marzo 2019
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Avezzano. E’ stata inaugurata stamattina alle 10,30 nei locali della Curia, la mostra «Fragmenta Historiae Marsorum» alla presenza del Vescovo Pietro, di don Ennio Grossi, cancelliere e responsabile dell’Archivio storico diocesano, di Eleonora Di Cristofano e Antonio Socciarelli, archivisti collaboratori dell’Archivio diocesano. «Fragmenta Historiae Marsorum» negli scritti degli illustri canonici della diocesi dei Marsi», le opere in mostra nei locali della Curia di Avezzano.

Da oggi fino al 17 marzo l’Archivio storico diocesano dei Marsi promuove la mostra documentaria per celebrare gli illustri canonici che dal XVII secolo contribuirono a scrivere la storia del territorio marsicano, a partire da Muzio Febonio e la sua «Historiae Marsorum» che ha ispirato il titolo della mostra. La mostra è stata realizzata grazie al contributo della Fondazione Carispaq della provincia dell’Aquila ed è curata dagli archivisti collaboratori dell’Archivio, con la supervisione di don Ennio Grossi, cancelliere della Curia vescovile e responsabile dell’Archivio storico diocesano dei Marsi.

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La mostra sarà aperta tutti i giorni dalle 10 alle 12,30 e dalle 16 alle 19. Per informazioni e prenotazioni visite guidate chiamare il 333.9018894 ([email protected])

La documentazione archivistica presente all’interno dell’archivio, è di grande rilievo per la ricostruzione della storia del territorio marsicano. Dovevano ben saperlo gli ecclesiastici che gravitavano nella curia della diocesi dei Marsi che attinsero a piene mani dai documenti conservati presso la cancelleria vescovile per tentare di scrivere una storia del territorio, a partire dal Seicento con il già citato Muzio Febonio, abate di Trasacco e autore della «Historiae Marsorum Libri Tres» (1678).

Nel secolo successivo Pietro Antonio Corsignani, canonico della diocesi marsicana e successivamente vescovo della diocesi di Sulmona–Valva, fu autore della Reggia Marsicana (1738) e, dopo di lui altri prelati continuarono nell’impresa, come risulta dagli appunti del canonico Marino Tomassetti, o, per arrivare in tempi a noi più prossimi, ad Antonio Di Pietro, canonico e teologo della diocesi dei Marsi, che, nella seconda metà dell’Ottocento, scrisse le «Agglomerazioni delle popolazioni attuali della diocesi dei Marsi» (1869) ed il «Catalogo dei vescovi della diocesi dei Marsi» (1872).

Infine, agli inizi del Novecento, altri due prelati contribuirono all’ampliamento delle conoscenze sulla storia della diocesi: Alessandro Paoluzi, parroco abate dei Santi Cosma e Damiano di Tagliacozzo, al quale si deve un monumentale autografo sulla Storia del Ducato di Tagliacozzo. Nella mostra sono esposti, inoltre, documenti autografi relativi di Domenico Scipioni, canonico della Cattedrale dei Marsi e studioso di arte. I suoi scritti, redatti a cavallo del 13 gennaio 1915, giorno del grave terremoto che sconvolse la Marsica, restituiscono il ricordo degli edifici ecclesiastici andati perduti. Detta documentazione è conservata presso l’Archivio storico diocesano dei Marsi.

A differenza di altre esposizioni già effettuate negli anni scorsi dall’archivio storico, e vista anche l’importanza dei testi scritti dai canonici marsicani per la ricostruzione di una storia della Marsica, la ricerca del materiale da esporre si è allargata anche presso altri centri di cultura locali e non. Nella mostra, infatti, saranno presenti la prima edizione a stampa del «De Viris Illustribus Marsorum» di Pietro Antonio Corsignani (1712), conservato presso la biblioteca del Seminario di Avezzano “M. Febonio”, la prima edizione del «Catalogo dei vescovi della diocesi dei Marsi» di Andrea Di Pietro, dato alle stampe nel 1872 e la recensione apparsa proprio in quell’anno nella rivista «Civiltà Cattolica».

Entrambi i documenti sono conservati presso la Biblioteca Santa Maria Valleverde di Celano. Verranno esposte, inoltre, delle fotoriproduzioni degli appunti di Marino Tomasetti, stilati per la sua opera incompiuta sulla storia dei Marsi, gentilmente concesse dalla Biblioteca Angelica di Roma e, sempre relativamente al Tomasetti, parte del carteggio intercorso tra egli e l’abate di Trasacco, conservato presso l’archivio parrocchiale della Basilica minore dei Santi Cesidio e Rufino di Trasacco. Infine, sempre con riferimento ai prestiti di altri enti, è presente in mostra il manoscritto del canonico Alessandro Paoluzi sulla storia del Ducato di Tagliacozzo, redatta agli inizi del secolo scorso, e conservato presso la Deputazione di storia patria abruzzese. Si ringrazia, per la gentile concessione, il presidente professore Walter Capezzali.

La mostra è arricchita anche da una riproduzione della genealogia e dello stemma della illustre famiglia Febonio, di proprietà dell’archivio privato del professore Rodolfo d’Alessandro Tavani–Aloysi. Febonio, l’abate di Trasacco, Muzio Febonio apparteneva all’antica famiglia originaria di Trasacco e trapiantata nel corso del Cinquecento ad Avezzano, dove nacque nel 1597 da Giovan Battista (Titta) e da Clelia Grande. Conseguiti gli studi seminariali e il dottorato in Utroque iure alla Sapienza di Roma, in continuità con i rapporti stretti dai suoi avi, entrò nell’orbita della famiglia Colonna di Paliano, feudatari del Ducato di Tagliacozzo, dai quali ottenne nel 1631 la nomina all’abbazia di S. Cesidio.

Seguirono alterne vicende, con il carcere, l’esilio e il ritorno in patria, a seguito dell’omicidio perpetrato dentro la collegiata di Trasacco dal fratello Giovanni Grande Febonio a danno del vicario foraneo Luzio Berardi. Dopo questa parentesi, che getta qualche ombra sulla sua esistenza, il Febonio ricoprì fino alla data della sua improvvisa morte – avvenuta a Pescina il 3 gennaio 1663 – incarichi ecclesiastici assai rilevanti, essendo prima vicario generale del vescovo Alessandro Masi a Sulmona (1647–1648), poi all’Aquila e infine nella sua diocesi dei Marsi, per l’intero episcopato di monsignor Ascanio de Gasperis. Scrisse e diede alle stampe diverse opere, tra le quali una «Vita delli gloriosi Martiri S. Cesidio Prete e S. Rufino suo padre» (1643), «Il dramma sacro San Bartolomeo Apostolo Martirizzato» (1651) e una «Vita di S. Berardo» (1673).

Tuttavia, è ricordato soprattutto per le «Historiae Marsorum», sulle quali lavorò in maniera discontinua a partire dal 1643 e pubblicate postume grazie all’impegno del fratello Asdrubale, che incaricò il vescovo dei Marsi Diego Petra per la revisione dello scritto. In realtà, essi portarono alle stampe (1678) una bozza incompleta dell’opera– e perciò ampiamente rimaneggiata –, avendo inviata Muzio Febonio nel 1661, perciò prima della morte, la stesura definitiva della stessa all’amico e corrispondente Ferdinando Ughelli, monaco cisterciense ed erudito.
Nel percorso espositivo vengono presentati alcuni documenti autografi dell’abate Febonio, una prima edizione delle «Historiae Marsorum» e l’albero genealogico della sua famiglia estratto dal Manoscritto Aloysi di Magliano de’ Marsi.

Molto scarse sono le notizie biografiche riguardanti il canonico e storico Andrea Di Pietro, desumibili quasi esclusivamente dalla documentazione conservata nell’Archivio storico diocesano dei Marsi di Avezzano e negli archivi parrocchiali di Aielli e Cappelle. Della sua attività di storico, delle sue corrispondenze e ricerche a tutt’oggi nulla è conosciuto. Andrea Di Pietro nacque ad Aielli, il 10 dicembre 1806. Fu il terzogenito dell’avvocato Giuseppe e di Carolina Maccallini.

Dimostrate precocemente le sue buone qualità nello studio, entrò in seminario per intraprendere la carriera ecclesiastica. Nel 1825 ricevette la prima tonsura sotto l’episcopato di monsignor Giuseppe Segna. Nel dicembre 1830 rinunciò alla nomina dell’arcipretura di Ovindoli, adducendo motivi di salute. Nel 1832 gli venne confermata la nomina regia al canonicato teologale della Cattedrale dei Marsi in Pescina, per la sua valente condotta morale e religiosa. Nello stesso Capitolo ricoprì anche la carica di economo curato.

Più volte si allontanò dalla diocesi, presumibilmente per effettuare ricerche (nel 1838, ad esempio, si recò nella città di Napoli alla ricerca di un manoscritto di monsignor Camillo Rossi). Nell’ultima fase della sua vita entrò in contrasto con il Capitolo della Cattedrale e, in particolare, con il provicario don Giovanni Ricciotti, contro il quale scrisse alcuni pungenti sonetti. Trascorse gli ultimi anni a Cappelle dei Marsi, presso la sorella Maria Amalia, ed ivi morì il 26 marzo 1874.

Andrea Di Pietro fu autore delle seguenti opere: «Sulle principali antichità marsicane» (1869); «Agglomerazioni delle popolazioni attuali della diocesi dei Marsi» (1869, poi ristampata nel 1872); «Compendio della vita di San Berardo cardinale e contemporaneamente vescovo della Chiesa dei Marsi» (1872); «Catalogo dei vescovi della diocesi dei Marsi» (1872). Oltre alle prime edizioni delle «Agglomerazioni delle popolazioni attuali della diocesi dei Marsi» e del «Catalogo dei vescovi», sono esposte anche alcune lettere dello studioso riguardanti indagini storiografiche nell’ambito del territorio marsicano.

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