TAGLIACOZZO — Nel Chiostro di San Francesco, uno degli spazi simbolo del Festival Internazionale di Mezza Estate, la serata del 6 agosto ha proposto uno dei momenti più intensi e partecipati della 41ª edizione: l’omaggio a Pino Daniele firmato da Pietra Montecorvino ed Eugenio Bennato, accompagnati dall’Orchestra dell’Istituzione Sinfonica Abruzzese, diretta da Dian Tchobanov.
Il concerto si è inserito all’interno della nuova sezione del festival dedicata ai grandi cantautori italiani, come spiegato in apertura dal direttore artistico Jacopo Sipari, che ha ricordato con parole semplici ma sentite l’impatto che la scomparsa di Pino Daniele ebbe su un’intera generazione: “Pino Daniele è stato uno dei più grandi poeti musicisti del Novecento. Le sue canzoni hanno accompagnato intere generazioni, parlando a tutti, dai più giovani ai meno giovani, con sincerità e passione. Abbiamo voluto iniziare questa nuova rubrica di omaggi proprio con lui, in questo anno che segna dieci anni dalla sua scomparsa e settanta dalla nascita.”
L’omaggio, intitolato “Pino a metà”, non è stato un concerto celebrativo in senso stretto, né una raccolta di “cover”. Bennato e Montecorvino hanno scelto la via dell’interpretazione personale, evitando l’imitazione per attraversare l’universo musicale di Daniele con rispetto, sobrietà e autenticità.
L’Orchestra dell’ISA, collaudata presenza del festival, ha sostenuto con efficacia gli arrangiamenti sinfonici, mai ridondanti, sempre funzionali al racconto musicale. La direzione di Tchobanov ha garantito solidità e flessibilità, accompagnando con equilibrio le due voci protagoniste.
Pietra Montecorvino ha affrontato alcune delle pagine più intime del repertorio di Pino Daniele (Assaje, Bella ‘mbriana, A pucundria, I’ so’ pazzo) con la sua cifra vocale graffiata e vibrante, capace di alternare malinconia e forza emotiva.
Eugenio Bennato ha rappresentato un punto di equilibrio tra tradizione e impegno civile. Con la sua voce e la sua chitarra ha saputo portare in scena non solo il legame affettivo con Pino Daniele, ma anche una visione musicale ampia e coerente con il Mediterraneo come orizzonte culturale. Brani come Il mondo corre, Grande minoranza e Sponda Sud si sono intrecciati con i classici di Daniele, offrendo al pubblico un dialogo continuo tra due identità musicali forti, ma complementari. Bennato ha confermato, ancora una volta, la sua capacità di parlare al presente attraverso le radici.
La serata è stata accolta da un pubblico attento e partecipe, che ha saputo cogliere il senso più profondo dell’operazione: non la nostalgia, ma la riattivazione di una memoria viva, che ancora oggi sa parlare di giustizia, amore, malinconia e speranza.
In una stagione festivaliera che alterna proposte sinfoniche, teatro, danza e canzone d’autore, l’omaggio a Pino Daniele si è distinto per misura, coerenza e qualità esecutiva, restituendo al pubblico un ritratto musicale non retorico, ma ricco di sfumature, celebrando degnamente l’artista napoletano e i suoi compagni di viaggio.
Prossimo appuntamento figlia della poesia lo è in particolare la grande romanza italiana, che vivrà giovedì 7 agosto in Visioni all’alba del Novecento, con Francesco Paolo Tosti e i grandi poeti del suo tempo in cooproduzione con l’Accademia Adalo, l’istituto nazionale Tostiano di Ortona, un’idea di Donata D’Annunzio Lombardi, che la poesia la porta nel cognome e nella voce, con i suoi allievi Lorenzo Martelli, Ginevra Gentile, Daniela Esposito, Simona Ritoli, Rosanna lo Greco e Yu Ding. Un progetto che andrà ad evocare quel mondo, che seppe essere gesamtkunstwerk tra le arti e che verrà raccontato e declamato dalla voce recitante di Annunziata Vestri, mentre al pianoforte siederà Isabella Crisante