Tagliacozzo. Il sindaco, in vista della decisione del Consiglio di Stato che dovrà pronunciarsi sul ricorso presentato dal primo dei non eletti, Paolo Rapo, sostiene che la propria maggioranza «è solida e anche nel caso in cui il Consiglio di Stato facesse entrare in consiglio il candidato Paolo Rapo», e ciò perché, sempre secondo il primo cittadino Maurizio Di Marco Testa, «l’amministrazione potrebbe contare su una grande solidità numerica e politica». Ieri si è tenuta l’udienza ma il responso dovrebbe arrivare nei prossimi giorni. Se Rapo dovesse vincere l’azione legale, entrerebbe in consiglio al posto del consigliere Angelo Di Marco, ma secondo il primo cittadino, Maurizio Di Marco Testa non metterebbe in crisi la maggioranza. «Non è vero che il consigliere Antonio Amicucci si pone in opposizione rispetto alla maggioranza», ha sottolineato il sindaco, «ma fa a tutti gli effetti parte della maggioranza con cui è in piena sintonia». A confermare il sostegno al sindaco è lo stesso consigliere che, nonostante il caso dell’ex assessore defenestrato Alfosno Gargano, suo compagno di gruppo, si dice ancora il linea con la maggioranza con cui è stato eletto. «La maggioranza siamo noi, tutti quelli eletti con la lista vincente», ha affermato Amicucci, «non c’è alcuna contrapposizione con l’esecutivo guidato dal sindaco a cui rinnovo il mio sostegno». Secondo il sindaco, «anche Rapo, se entrasse in consiglio, sarebbe in maggioranza». Nel corso della discussione davanti alla corte, ieri il ricorrente, Rapo, difeso dall’avvocato Luca Motta, ha sostenuto che il riconteggio delle schede è legittimo perché nel ricorso al Tar erano state evidenziate delle incongruità. Si parla di un errore materiale perché anziché scrivere 5 sarebbe stato scritto 25 e risulterebbero inoltre venti voti in più rispetto a quelli previsti nel seggio. Per la difesa di Di Marco, rappresentata dall’avvocato Paolo Novella il ricordo di primo grado era invece generico e quindi inammissibile e le motivazioni davanti al Consiglio di Stato essendo nuove non possono essere introdotte nel giudizio di appello.