Tagliacozzo. Attacco notturno al comune. Diverse pietre di oltre dieci centimetri di diametro sono state lanciate contro il municipio sfondando le vetrate della sala consigliare, quelle della finestra nella sala del sindaco e alcune plafoniere. «Se è un atto intimidatorio», ha commentato il primo cittadino, Maurizio Di Marco Testa, «gli autori si sbagliano di grosso perché ha prodotto esattamente l’effetto contrario, dandomi maggiore grinta per andare avanti». L’episodio è stato portato a termine durante la notte, forse dopo le 2, e ora la polizia locale sta indagando sull’episodio per raccogliere indizi utili per risalire ai colpevoli. I sassi hanno sfondato in più punti i vetri e la scoperta è stata fatta questa mattina dai dipendenti del Comune che hanno chiesto l’intervento dei vigili. Sul posto gli uomini del comandante Fabio De Felicis.
Il raid è stato messo a segno proprio nel giorno in cui si sarebbe dovuto tenere l’attesissimo consiglio comunale con l’importante punto all’ordine del giorno riguardante l’approvazione del Bilancio. La seduta è saltata a causa di beghe interne alla maggioranza provocate dal gruppo di dissidenti capeggiato da Alfonso Gargano, leader della compagine, e composto da Paolo Rapo e Antonio Amicucci. I tre consiglieri avrebbero chiesto al sindaco tre assessorati in cambio del loro sostegno alla maggioranza. Sostegno senza il quale il sindaco non avrebbe più i numeri per andare avanti. Sono state lanciate, a più riprese, cinque pietre e, secondo una prima ricostruzione, il blitz sarebbe avvenuto a notte fonda. Quando nella centralissima piazza Duca degli Abruzzi non c’era più nessuno. «Non ho gli elementi per dire se si tratti di un atto intimidatorio oppure di una ragazzata», ha sottolineato il sindaco, «ma se questo è un atto intimidatorio non fa altro che produrre l’effetto contrario a quello sperato e mi dà la forza necessaria per andare avanti con maggiore grinta e coraggio nell’attività amministrativa. Sono abituato a servire le istituzioni», ha aggiunto il sindaco che lavora nella Guardia di Finanza, «e quindi non mi lascio intimidire da questi atti di violenza».