Tagliacozzo.Struttura per ragazzi disabili rimasti senza nessuno al mondo realizzata e subito abbandonata perché senza accreditamento regionale. Ora on può essere utilizzata senza la presenza di personale specializzato per accudire i ragazzi. L’Affans di Avezzano chiede alla Regione e al mondo politico che vengano presi provvedimenti per evitare di lasciar logorare dal tempo e dall’incuria un patrimonio immobiliare così prezioso, soprattutto dal punto di vista sociale. La struttura è stata realizzata con una delibera regionale del 2002 e grazie a una legge del 2000 sono stati stanziati circa cinque milioni e mezzo di euro per costruire sei case-famiglia in tutta la Regione. Tre di queste sono state ultimate, una a Scerne di Pineto, una a Teramo e una a Tagliacozzo. «Appena terminata la struttura e considerato l’impellente bisogno delle famiglie», spiega Giovanni Di Pangrazio, presidente dell’Anffas marsicana, «avevamo preso in considerazione la possibilità di un’autogestione a carico delle famiglie e attraverso l’opera del volontariato ma cisiamo resi subito conto che senza la quota di finanziamento dell’Azienda sanitaria locale non siamo in grado di offrire un servizio adeguato alla dignità delle persone assistite». La struttura si estende su sedici ettari di terreno e si tratta di un’opera all’avanguardia per concezione e scopi, finanziata all’ottanta per cento dalla Regione. Una struttura che potrebbe affiancarsi, qualora entrasse in funzione, al centro diurno per disabili già aperto nei locali recuperati dalla ex Pretura. Senza fondi, però, tutti i buoni propositi rimangono utopia. L’unica soluzione rimane l’accreditamento. Diverse Regioni italiane hanno infatti inserito tali strutture nell’ambito socio-sanitario, suddividendo la quota di finanziamento fra la Asl del territorio e il Comune di residenza. Questo tipo di comunità, denominate “Dopo di Noi”, rappresentano una risposta più moderna e adeguata ai bisogni delle persone con disabilità sia nei casi di familiari ormai anziani e non in grado di prendersi cura dei loro cari non autosufficienti, sia in caso di disabili rimasti senza nessuno al mondo. L’Anffas di Avezzano, a conoscenza di emergenze in tale ambito, ha lavorato per realizzare la struttura in un territorio da sempre penalizzato a causa dalla minore densità abitativa e dove i disagi sono maggiori a causa del territorio montane e dei paesi disseminati in un vasto territorio. Purtroppo la struttura rischia di diventare una cattedrale nel deserto.