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Ricerca in Abruzzo, il Crab di Avezzano a rischio chiusura. Il presidente si dimette

Redazione Cronaca di Redazione Cronaca
11 Giugno 2011
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Avezzano. Operatori del Centro ricerche applicate alle biotecnologie di Avezzano a rischio licenziamento. Una delle più importanti attività abruzzesi legate al mondo della ricerca rischia di chiudere i battenti e il presidente si dimette. Si tratta di un gesto estremo che arriva dopo mesi di richieste disattese arrivate da ogni ambito, politico, accademico, culturale e sociale. «Circa un anno e mezzo fa», ha affermato il presidente del Crab, Paolo Di Stefano, «ho accettato l’invito e, quindi, l’impegno di presiedere del consiglio di amministrazione del Crab per rilanciare la struttura sia sul piano scientifico che su quello della presenza sul territorio, convinto che questo obiettivo fosse condiviso, in particolare dalla Regione Abruzzo.  Ho dovuto in questi mesi prendere purtroppo atto di un atteggiamento sostanzialmente indifferente della Regione rispetto alle esigenze dei suoi centri di ricerca ed una mancanza di qualsiasi tipo di programmazione. Ciò in contrasto con la recente propaganda mediatica finalizzata, soprattutto, ad evidenziare l’impegno finanziario della Regione a favore della ricerca. Ai reiterati rassicuranti messaggi sulla stampa, fatti da autorevoli esponenti, fa riscontro una realtà in cui i 26 dipendenti del Crab non percepiscono le retribuzioni da 6 mesi e lo stesso centro versa in una situazione di sostanziale indigenza. I finanziamenti», ha aggiunto Di Stefano, «sono erogati con insostenibili ritardi e con modalità che spesso non ne consentono un uso utile al Crab. A causa di ciò nell’esercizio 2010 si sono registrate consistenti perdite di bilancio. Il tanto proclamato finanziamento, che ora sembra in procinto di arrivare, copre solo il 50% del fabbisogno annuale del Crab ed oggi basta appena a sanare i debiti già contratti senza garantire l’operatività neanche in una prospettiva di breve termine. Devo ricordare che il finanziamento da parte della Regione Abruzzo è un atto dovuto in adempimento di una convenzione e di precisi impegni, non una mera pretesa del Crab. Esso è necessario per il regolare funzionamento della struttura, per offrire un servizio alle aziende del territorio ed anche per l’accesso a qualsiasi altra fonte alternativa di finanziamento come quelle europee o nazionali. Poco consolante è prendere atto che la situazione che vive il Crab è comune alla maggior parte dei Centri di Ricerca della Regione Abruzzo la quale, nonostante i reiterati annunci, non riesce a promulgare una legge che risolva in modo strutturale e definitivo il problema del funzionamento dei Centri di Ricerca. La persistente criticità finanziaria della struttura, che ho trovato fin dal mio insediamento», Ha concluso il presidente del Cda, «ha assorbito quasi totalmente il mio impegno nel Centro. Assicurare lo stipendio ai dipendenti è stato il mio obiettivo prioritario mentre, d’altro canto, la Regione Abruzzo richiedeva formalmente il ricorso agli ammortizzatori sociali come soluzione al problema determinato dai suoi mancati finanziamenti. Devo, con rammarico, constatare che non sono stato messo nella condizione di poter attuare i programmi che mi ero prefissato. Prendo atto dell’impossibilità di operare e ritengo, perciò, doveroso rassegnare le mie dimissioni da Presidente e da consigliere di amministrazione del Crab. Comunico, altresì che per le stesse motivazioni lascerà il Consiglio di Amministrazione del Crab la collega Prof.ssa Silvia Bisti, Preside della Facoltà  di Biotecnologie dell’Università dell’Aquila. Faccio notare che queste dimissioni si aggiungono a quelle, relativamente recenti, di altri 4 consiglieri. Ancora una volta atteggiamenti miopi e poco attenti all’importanza che la ricerca ha per lo sviluppo di un territorio, hanno raffreddato entusiasmi e impedito l’attuazione di progetti innovativi. Forse è proprio questo che spiega il rallentamento economico che si registra nella nostra regione ed i recenti dati negati sull’occupazione».

 

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