Carsoli. Il recente intendimento di chiusura da parte della Congregazione delle Suore di S. Anna della Scuola Materna Regina Elena, è motivo di ampio ed acceso dibattito in tutto il comprensorio. Su questo tema interviene l’Avvocato Giovanni Marcangeli, che attraverso la stampa intende lanciare un forte ed ultimo appello per scongiurare la perdita della Suore a Carsoli.
“E’ il caso di fare chiarezza – afferma Marcangeli – sulla prossima chiusura dell’Asilo Infantile Regina Elena e sulla definitiva partenza da Carsoli delle suore. La comunicazione è stata data dalla Madre Provinciale, appositamente giunta da Torino, in una pubblica assemblea presenti i genitori dei bambini iscritti, il Comitato di sostegno dell’Asilo ed il Parroco di Carsoli Don Vincenzo Massotti. Nel corso dell’assemblea è intervenuto anche il Sindaco Domenico D’Antonio. Le ragioni addotte dalla Madre provinciale sono fondamentalmente due : la prima riguarda la infruttuosità dei rapporti intercorsi negli ultimi anni con le amministrazioni comunali che si sono succedute(analiticamente rievocati) e la seconda problemi interni di mancanza di personale e di vocazioni. Non possiamo entrare nel merito delle ragioni interne, ma dobbiamo farlo per quel che riguarda tutto il prolungato succedersi di contatti con il Comune, di riunioni, di documenti e di promesse. Il problema nasce con la necessità di ricostruire l’edificio di Via Genova, edificato con il piano di ricostruzione del dopoguerra e da sempre adibito a scuola dell’infanzia e ad abitazione delle suore di S. Anna. Vi è da premettere che le suore sono a Carsoli dal 1909 ed hanno accompagnato tutte le vicende storiche e sociali del paese, rendendosi utili soprattutto in momenti tristi e difficili delle guerre ed educando intere generazioni che hanno poi costituito l’humus sociale del paese. Ricordiamo per tutte Suor Placida che durante la guerra assisteva le famiglie dei combattenti, le vedove, i feriti civili dei bombardamenti e nell’immediato dopoguerra, superando enormi difficoltà, ha fatto ripartire l’asilo nel vecchio edificio di Borgo Sant’Antonio. Tra le suore di S. Anna e il comune intercorrevano convenzioni in virtù delle quali il comune ha sempre contribuito economicamente alla gestione dell’attività didattica ed educativa. Nel momento del trasloco forzato delle suore dal vecchio edificio di Via Genova, il comune si assunse l’onere di sistemare, quale sede provvisoria, alcuni locali della casa parrocchiale in via Circonvallazione Turanense messi a disposizione dalla Parrocchia e, con ciò riconoscendo di esservi tenuto. In occasione della posa simbolica della prima pietra del nuovo edificio, il sindaco dell’epoca promise solennemente che le suore avrebbero conservato la loro sede ed avrebbero ottenuto la massima attenzione da parte del comune. Purtroppo non vi fu una formale pattuizione scritta né furono assunti espliciti atti deliberativi da parte del Comune. Da ciò è derivato che, costruito il nuovo edificio, si è deciso di destinarlo all’asilo pubblico, escludendo le suore dalla fruizione dell’edificio stesso che, peraltro, ha il primo piano completamente inutilizzato e destinato ad ipotetiche e non definite attività sociali e che con un po’ di buona volontà poteva ospitare entrambi gli asili con gli ingressi autonomi che vi sono (ma non è un’attività sociale una scuola materna?). E’ stata quindi prospettata alle suore la possibilità di un trasferimento nell’edificio scolastico di Via Mazzini, prima utilizzato dalla scuola materna pubblica, ma tutto ciò al di la di qualche scambio di lettere e di un mero atto di indirizzo contenuto nella delibera della giunta comunale n. 40 del 30/04/2013, sulla fattibilità di concedere lo stabile di Via Mazzini alla congregazione delle Suore di S. Anna sulla base di una legge regionale che privilegia gli enti e le Onlus, non si è andati. Non solo. Recentemente, sia dalla precedente che dalla attuale amministrazione comunale, si è paventato che l’edificio di Via Mazzini debba essere destinato ad aule della scuola elementare e che, comunque, vi sono altri soggetti privati che aspiravano ad ottenere in gestione lo stabile. Oltre ciò si è anche detto che la manutenzione straordinaria debba essere a carico delle suore che a quel punto si sono giustamente scoraggiate percependo la sensazione che al di là della formale disponibilità, non vi sia una ferma volontà politica di risolvere il problema e sappiamo che la volontà politica delle pubbliche amministrazioni quando vuole risolvere, risolve. Pur comprendendo – prosegue Giovanni Marcangeli – che l’attuale amministrazione si è trovata alla fine della vicenda e forse poco poteva fare, vi è però da dire che non si è compresa in pieno l’importanza di dare alle giovani famiglie di Carsoli la possibilità della scelta educativa che è garantita dalla Costituzione. In sostanza, da settembre in poi non sarà più possibile per chi vuole che i propri figli crescano nel rispetto dei valori cattolici, la scelta della scuola d’infanzia, senza dire che si perderanno alcuni posti di lavoro. Certo che si poteva e si doveva fare di più, ovviamente nel rispetto delle leggi e dei bilanci, per assicurare al nostro paese una scuola d’infanzia di ispirazione cattolica che non ha mai avuto demeriti, ma semmai solo il grande merito di aver avviato alla vita od alla scuola tante generazioni con base educativa sui valori più veri e più belli. E certo è che attribuire alle Suore la responsabilità dell’abbandono di Carsoli, significa fare offesa alla verità e forse crearsi un alibi per non ammettere che non è stato fatto tutto quanto era possibile. O forse da parte di alcuni amministratori o ex amministratori e cittadini è proprio questo abbandono che si voleva? Sappiano costoro che è stata segnata una pagina nera nella storia della nostra cittadina, da qualunque parte si stia. E purtroppo – conclude Marcangeli – credo che sia tardi e che ormai i rapporti si sono deteriorati e le decisioni non siano più revocabili ma voglio ugualmente fare un appello a tutti dal Sindaco che si è dichiarato disponibile, alla madre provinciale delle suore, fino all’ultimo dei cittadini affinché sia ancora messo in atto tutto quanto possibile per conservare una inestimabile ricchezza per la migliore crescita della nostra società carseolana.”