Scenari nuovi con le forme dell’arte che si miscelano coi luoghi della memoria. #Contemporanea2017 ha saputo raccontare il coraggio visionario ed emozionale di artisti di diverse generazioni. Un confronto che è stato un successo.
Al vernissage della quarta edizione di “Contemporanea”, l’atteso appuntamento con l’arte nella Marsica, c’erano centinaia di persone, tanti esperti del settore e appassionati d’arte arrivati da tutto il Centro Italia.
In una location storica, la rassegna ha aperto un’interessante finestra sul panorama dell’arte di alto livello. Pittori, scultori, fotografi e musicisti si sono ritrovati in un luogo magico, le ex piscine di Villa Bella di Tagliacozzo, complesso progettato in epoca fascista dal grande architetto Enrico del Debbio. L’evento, inserito nel ricco programma del Festival di Mezza estate, è stato organizzato da “Prospettiva Futura” per la direzione artistica di Gianluca Rubeo, in collaborazione con Emanuele Moretti, associazione Antiqua, dj set a cura di Fragile e progetto grafico di Mirco Crisante. Il tema dominante della rassegna è il confronto generazionale. Le opere del novantenne Antonio Del Donno dialogano con quelle del giovanissimo Emanuele Moretti. Attraversando la grande esperienza artistica di Alberto e Pasquale Di Fabio si può comprendere questo aspetto delle generazioni a confronto. Ci sono in mostra anche le opere fotografiche di Rodolfo Angelosante e le sculture di Gabriele Altobelli con i “Contagi” di visone e forma.
La presenza delle due artiste brasiliane Flaminia Mantegazza e Ana Paula Torres sottolineano il carattere internazionale della rassegna. E poi ancora con l’astrazione lirica e la pittura informale di Pietro Guida che realizza opere moderne e visionarie su tela di grandi dimensioni, o Antonello Venditti con Lux vincta est, secondo premio concorso Caresio. Per finire con le illustrazioni di Riccardo Fortuna e le “Stelle Cadute” di Fabrizio Cicero fino al tuffo nel blu di Paolo Laudisa e “Certezza e dubbio atroce” di Pieraldo Mercuri.
A raccontare uno dei significati artistici della rassegna è stato Alberto Di Fabio, curatore di centinaia di mostre a livello nazionale e internazionale, intervistato da Raffale Castiglione Morelli.
Cosa le ha trasmesso questo luogo e cosa ha voluto trasmettere lei con le sue opere?
“Il fascino di questo luogo è il fulcro dell’intera rassegna, a mio parere. Trasmette momenti di contemporaneità in un luogo in cui le persone hanno passato molto tempo. L’obiettivo è sicuramente quello di cultura. Nel mio specifico, ho cercato di portare avanti il tema della luce, della mente, del legame tra geometria e l’arte. L’uomo è aggressivo vuole soldi e sesso. Cerchiamo di creare cultura per l’avanzamento della mente. L’arte è una strada di purificazione”.
“L’arte non è solo bellezza. Oggi, in particolare modo, l’estetica dell’arte mira a combattere quest’idea che si afferma nel panorama contemporaneo, cercando addirittura di tornare al valore del sacro. Cosa ne pensa?
“In due parole, i murales di questo luogo sono più belli di quello che abbiamo cercato di creare. I ragazzi che sono venuti qui, in un posto abbandonato, per fumare, a parlare, hanno creato questi murales, alcuni con frasi anche forti, ma fresche, giovani e simbolo dell’arte propria di ogni individuo. Il valore di questa mostra è di cercare di tirare fuori quello che vive nella nostra sensibilità. siamo animali e ominidi primordiali. la quotidianità ci schiaccia. In un luogo del genere, ha creato nelle persone un’emozione molto forte e finalmente si sono sentiti più vicini all’anima. La mente ci mente. Poi c’è l’anima che si collega all’anima e alla luce infinita”.
Cos’è quindi l’arte secondo lei?
“L’arte è un modo per arrivare all’infinito e a ciò che non si riesce a vivere quotidianamente con la sola mente. è una chiave di espressione delle nostre interiorità e sensibilità che rischiano di essere schiacciate dai nostri schemi mentali che viviamo nella quotidianità”.